Citazioni, energia, spazio nell'opera di Gianluigi Troletti

Alla Casa del Mantegna dal 26 luglio al 26 agosto 2018

Inaugurazione giovedì 26 luglio ore 18

A 10 anni dalla scomparsa gli amici Eristeo Banali, Roberto Pedrazzoli, Ferdinando Capisani, Franco Bassignani, Francesco Dalmaschio e Claudio Cerritelli ricordano l'artista Gianluigi Troletti con una mostra.

Un'esposizione che, con di circa 60 opere di tecnica mista, sculture e oggetti, ripercorre la vicenda artistica di Gianluigi Troletti, dal figurativo al nuovo astrattismo. Un omaggio all'artista mantovano a dieci anni dalla sua morte.

Gianluigi Troletti nacque a Virgilio, comune alla periferia di Mantova nel 1955, frequentò l'Istituto Statale d'Arte di Mantova e poi l'Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua formazione artistica avvenne soprattutto nell'ambiente bolognese sotto la guida di Concetto Pozzati e Pompilio Mandelli. Dal 1979 Troletti espose in rassegne collettive e mostre personali in musei e gallerie in Italia e in Europa. Morì nella sua casa studio di Virgilio il 28 febbraio 2009. Per ricordarlo a quasi dieci anni dalla scomparsa gli amici artisti Eristeo Banali, Roberto Pedrazzoli, Franco Bassignani, Ferdinando Capisani e Francesco Dalmaschio, promuovono la mostra "Citazioni, energia, spazio nell'opera di Gianluigi Troletti" negli spazi suggestivi della Casa del Mantegna.

La mostra, promossa dalla Provincia di Mantova, è organizzata dall'Associazione Flangini con la collaborazione dell'Associazione Filatelica e Culturale di Gonzaga.

Ingresso libero


ORARI di APERTURA: da mercoledì a domenica: 10.00/12.30 - 15.30/18.30

Chiuso lunedì e martedì

Aperto mercoledì 15 agosto 2018

Informazioni: 0376 360506

Apparizioni e turbamenti del segno e del colore
di Claudio Cerritelli


Dopo un periodo di citazioni figurali Gianluigi Troletti va liberando la superficie da qualunque riferimento iconografico per affrontare i valori puri della superficie, la leggerezza delle carte e la trasparenza del bianco. Tutto avviene con l'animo di chi vuole frequentare i processi provvisori e fluenti della materia, la congiunzione degli elementi, l'origine della forma al di fuori di ogni condizionamento culturale. 
La pittura diventa in questo modo un'esperienza analoga a quella della nascita, le forme si generano dopo uno stato di ascolto e di meditazione, stato di attesa di energie inespresse che nell'atto creativo acquistano visibilità, corpo, palpitazione fisica e mentale.  Nel corso degli anni le opere di Troletti assumono una struttura che evoca geometrie arcaiche, il triangolo come centro di convergenza e di irradiamento del segno, il colore bianco come materia sulla quale le tracce di colore e le garze scattano attraverso ritmi complementari. 
Ogni immagine si carica di turbamenti, slittamenti imprevedibili, la pittura si rivela tra accenti geometrici ed equilibri materici, passando dal colore sulla carta alle tracce di pigmento su metallo. Le metodologie di lavoro si fanno sempre più complesse e intriganti, il talento manuale dell'artista non è mai fine a sé stesso ma si commisura con la capacità di portarsi oltre gli aspetti esecutivi, di sollecitare le materie come tramiti di un'immaginazione senza confini. Infatti per Troletti fare arte è un atto esistenziale che va oltre ogni determinazione stilistica, è un viaggio all'interno del linguaggio pittorico che interroga sé stesso e coinvolge lo spazio al di là dei limiti del supporto. Interessato alla dimensione alchemica dell'evento creativo l'artista indaga le segrete avventure della materia come fluido sconfinamento tra finito e infinito, pulsazione di forze contrastanti che determinano un'immagine sollecitata dai suoi stessi elementi.  
Non è l'analisi razionale delle forme ad emergere ma l'attimo in cui lo sguardo rimane colpito dal loro evento improvviso, dalla fisicità che avvolge l'opera come luogo del primordio dove la luce non è sottomessa meccanicamente al colore ma è energia vitale che provoca lo spazio. L'uso dell'acciaio crea effetti sulle stesure dilatate dell'acrilico con metamorfosi percettive della superficie riflettente, sovrapposta, ondulata, zona focale che prende possesso della totalità spaziale sviluppando diversi gradi di lettura dell'immagine. 
Dalla superficie all'ambiente: in questo rapporto ambivalente tra colore dipinto e luce metallica si avverte la sensibilità di Troletti nel trasmettere un'aria di vertigine sospesa. La perdita dei riferimenti allude ad un nuovo equilibrio, infatti lo sguardo capta lampi che si muovono in modo istantaneo dall'esterno all'interno, scuotono lo spazio, slittano sulle tracce di colore della superficie, riflettono le energie dell'ambiente, e in questo continuo spaesamento nascono visioni sorprendenti.