Valutazioni diverse per indennizzi di esproprio, per la Provincia debito fuori bilancio

Tra i punti all'ordine del giorno del Consiglio Provinciale di domani il riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio derivante da ordinanza della Corte d'Appello di Brescia. Il contenzioso nasce nell'ambito dei lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto. La Provincia ha calcolato l'indennità di espropriazione di alcune aree necessarie per la realizzazione dell'opera e disposto l'occupazione anticipata in via d'urgenza ovvero temporanea degli immobili necessari. I proprietari dei terreni espropriandi e/o occupati temporaneamente, i fratelli Rondelli, hanno però intrapreso azione legale contro la Provincia ritenendo non congrua la cifra proposta dall'ente per gli indennizzi.

Il ricorso, in particolare, contestava la stima formulata dalla Commissione provinciale espropri nel 2017 e chiedeva alla Corte d'Appello di rideterminare sia l'indennità definitiva di esproprio, sia l'indennità annua di occupazione preordinata all'esproprio, sia l'indennità annua di occupazione dei terreni per il cantiere. La Corte d'Appello di Brescia ha rideterminato gli indennizzi ordinando alla Provincia il deposito di 223.669, 14 euro, cifra per cui l'amministrazione di via Principe Amedeo deve provvedere ad adottare gli atti necessari al riconoscimento del debito fuori bilancio.

 

La Corte d'Appello, esperita una CTU, ha determinato:

1) l'indennità di esproprio del terreno in complessivi € 23.812,50 e relativa indennità di occupazione temporanea in €/anno 1.984,37

2) l'indennità per demolizione alberi e platea silos in € 36.217,51

3) l'indennità annua di occupazione temporanea non finalizzata all'esproprio per complessivi mq. 13.342, nonché alla perdita temporanea dell'utilizzo degli uffici e della pesa, in 67.233,43 euro all'anno.

Rispetto alle stime effettuate dalla Commissione provinciale espropri, c'è un considerevole scostamento quanto a quest'ultima voce, che la Commissione provinciale espropri aveva quantificato in 13.705 euro annui.

La divergenza deriva principalmente dal fatto che il CTU, a differenza della CPE, ha ritenuto di attribuire un valore economico al materiale (sabbia e mistone di ghiaia) sottostante il piazzale in rilevato che insiste su una parte dei terreni occupati.

"Le valutazioni dal Consulente incaricato dalla Corte d'Appello - spiega il presidente della Provincia Beniamino Morselli -  conducono ad attribuire ai terreni occupati a scopo di cantiere un valore che si discosta grandemente dal reale valore di mercato dei beni in questione. L'area è in zona completamente inedificabile ed è soggetta a importanti vincoli paesaggistici e idraulici in quanto ricadente in fascia PAI (Piano di assetto idrogeologico) ed è soggetta a periodiche inondazioni. La stessa, pertanto, è completamente inadatta per attività produttive. La movimentazione di inerti sull'area è stata autorizzata in sanatoria in quanto antecedente ai vincoli soprariferiti, ma solo sino ad esaurimento. L'area, quindi, non dà prospettive reddituali né di sviluppo".

Il CTU, senza tenere conto questi aspetti, per quantificare il valore di mercato del bene ha utilizzato il cd. criterio "di ricostruzione", ed ha quindi quantificato l'ipotetico costo della ricostruzione del piazzale in rilevato.

"Il criterio è evidentemente inadeguato in quanto conduce ad attribuire all'area un prezzo di 940.000 Euro, ovverossia 71 Euro/mq, dieci volte maggiore di quello stimato dalla CPE, pari a 10,76/ euro mq - precisa Morselli -. Il valore è spropositato tenuto conto che, la CPE aveva riferito nella propria relazione di stima che appena due anni prima un'area collocata in un comune limitrofo, avente stessa destinazione e localizzazione in area golenale, è stata venduta a 6,40 al mq".

Il valore stimato dal CTU in 71 euro al mq è quasi il doppio di quello per le aree residenziali urbanizzate della stessa zona (pari a 42 Euro/mq) approvato dal Comune di San Benedetto ed è quasi quadruplo rispetto al valore previsto per gli ambiti di trasformazione prevalentemente produttivi (non urbanizzati).

 



Comunicati Stampa
Data 23-09-2019
Ora 10:45
Rubrica
per il cittadino
per enti ed imprese
Titolo Valutazioni diverse per indennizzi di esproprio, per la Provincia debito fuori bilancio
Descrizione

Tra i punti all'ordine del giorno del Consiglio Provinciale di domani il riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio derivante da ordinanza della Corte d'Appello di Brescia. Il contenzioso nasce nell'ambito dei lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto. La Provincia ha calcolato l'indennità di espropriazione di alcune aree necessarie per la realizzazione dell'opera e disposto l'occupazione anticipata in via d'urgenza ovvero temporanea degli immobili necessari. I proprietari dei terreni espropriandi e/o occupati temporaneamente, i fratelli Rondelli, hanno però intrapreso azione legale contro la Provincia ritenendo non congrua la cifra proposta dall'ente per gli indennizzi.

Il ricorso, in particolare, contestava la stima formulata dalla Commissione provinciale espropri nel 2017 e chiedeva alla Corte d'Appello di rideterminare sia l'indennità definitiva di esproprio, sia l'indennità annua di occupazione preordinata all'esproprio, sia l'indennità annua di occupazione dei terreni per il cantiere. La Corte d'Appello di Brescia ha rideterminato gli indennizzi ordinando alla Provincia il deposito di 223.669, 14 euro, cifra per cui l'amministrazione di via Principe Amedeo deve provvedere ad adottare gli atti necessari al riconoscimento del debito fuori bilancio.

 

La Corte d'Appello, esperita una CTU, ha determinato:

1) l'indennità di esproprio del terreno in complessivi € 23.812,50 e relativa indennità di occupazione temporanea in €/anno 1.984,37

2) l'indennità per demolizione alberi e platea silos in € 36.217,51

3) l'indennità annua di occupazione temporanea non finalizzata all'esproprio per complessivi mq. 13.342, nonché alla perdita temporanea dell'utilizzo degli uffici e della pesa, in 67.233,43 euro all'anno.

Rispetto alle stime effettuate dalla Commissione provinciale espropri, c'è un considerevole scostamento quanto a quest'ultima voce, che la Commissione provinciale espropri aveva quantificato in 13.705 euro annui.

La divergenza deriva principalmente dal fatto che il CTU, a differenza della CPE, ha ritenuto di attribuire un valore economico al materiale (sabbia e mistone di ghiaia) sottostante il piazzale in rilevato che insiste su una parte dei terreni occupati.

"Le valutazioni dal Consulente incaricato dalla Corte d'Appello - spiega il presidente della Provincia Beniamino Morselli -  conducono ad attribuire ai terreni occupati a scopo di cantiere un valore che si discosta grandemente dal reale valore di mercato dei beni in questione. L'area è in zona completamente inedificabile ed è soggetta a importanti vincoli paesaggistici e idraulici in quanto ricadente in fascia PAI (Piano di assetto idrogeologico) ed è soggetta a periodiche inondazioni. La stessa, pertanto, è completamente inadatta per attività produttive. La movimentazione di inerti sull'area è stata autorizzata in sanatoria in quanto antecedente ai vincoli soprariferiti, ma solo sino ad esaurimento. L'area, quindi, non dà prospettive reddituali né di sviluppo".

Il CTU, senza tenere conto questi aspetti, per quantificare il valore di mercato del bene ha utilizzato il cd. criterio "di ricostruzione", ed ha quindi quantificato l'ipotetico costo della ricostruzione del piazzale in rilevato.

"Il criterio è evidentemente inadeguato in quanto conduce ad attribuire all'area un prezzo di 940.000 Euro, ovverossia 71 Euro/mq, dieci volte maggiore di quello stimato dalla CPE, pari a 10,76/ euro mq - precisa Morselli -. Il valore è spropositato tenuto conto che, la CPE aveva riferito nella propria relazione di stima che appena due anni prima un'area collocata in un comune limitrofo, avente stessa destinazione e localizzazione in area golenale, è stata venduta a 6,40 al mq".

Il valore stimato dal CTU in 71 euro al mq è quasi il doppio di quello per le aree residenziali urbanizzate della stessa zona (pari a 42 Euro/mq) approvato dal Comune di San Benedetto ed è quasi quadruplo rispetto al valore previsto per gli ambiti di trasformazione prevalentemente produttivi (non urbanizzati).

 



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