Piano cave, passa l'adozione da parte del Consiglio Provinciale

L’approvazione definitiva spetterà alla Regione

Adottati in via definitiva dal Consiglio Provinciale i documenti che costituiscono la Proposta di Piano Cave della Provincia di Mantova. A favore si sono espressi i consiglieri di maggioranza mentre hanno votato contro i consiglieri Alessandro Sarasini e Renata Riva.

Ora la documentazione verrà trasmessa a Regione Lombardia per la sua definitiva approvazione.

Il Piano Cave individua i giacimenti sfruttabili, identifica gli ambiti territoriali estrattivi, compresi quelli ubicati nelle aree protette, definisce i bacini territoriali di produzione a livello provinciale; individua le aree di riserva di materiali inerti da utilizzare esclusivamente per le occorrenze di opere pubbliche; identifica le cave cessate da sottoporre a recupero ambientale; stabilisce la destinazione d'uso delle aree per la durata dei processi produttivi e la loro principale destinazione finale al termine dell'attività estrattiva. Il Piano ha durata pari a 10 anni per tutti i settori merceologici previsti (sabbia, ghiaia e argilla).

Il fabbisogno massimo di materiale da estrarre per il prossimo decennio (il lasso di tempo in cui sarà valido il nuovo piano cave) è di 18.679.473 mc per il settore sabbia e ghiaia. Tredici gli ambiti estrattivi individuati per sabbia e ghiaia: quattro sono nuovi, mentre gli altri ampliano o completano ambiti già previsti dal precedente piano.
Due dei nuovi ambiti sono a Roverbella (a Belvedere e a Malavicina, rispettivamente di 1.400.000 e 1.450.000 metri cubi), gli altri a Volta Mantovana (400.000 metri cubi) e a Gonzaga (in località Beccaguda 500.000 metri cubi).

Gli ambiti già previsti nel precedente piano cave e ora riproposti perché non ancora esauriti o perché presentano possibilità di ampliamento sono a Cà Fattori e a Cocca di Medole, a Palazzetto di Cavriana, a Costa della Signora a Goito, a Pozzolo e in località Rinaldina e Nuova Pace di Marmirolo, a Cerviere di Canneto sull'Oglio e a Fontanella Grazioli di Canneto sull'Oglio.

Per il settore argilla sono stati individuati solo due ambiti, a Motteggiana e Serravalle a Po, a completamento o ampliamento di ambiti esistenti.

Tra gli obiettivi del nuovo Piano cave vi sono il soddisfacimento dei fabbisogni provinciali in modo congruo ed equilibrato, la preservazione delle materie prime non rinnovabili quale obiettivo primario di sostenibilità, limitando ai fabbisogni i siti e i volumi di materiali estraibili, il perseguimento della massima compatibilità ambientale e paesaggistica, evitando anche di interessare aree di particolare valenza  naturalistico, morfologico, storico e culturale, l'individuazione di eventuali criteri di flessibilità nella programmazione dei materiali da estrarre, prevedendo procedure di verifica periodica delle attività e dei fabbisogni.

Ma anche l'ottimizzazione, il dimensionamento, la distribuzione degli ambiti estrattivi, nonché le modalità e le tecniche di intervento, trasporto e recupero, il rispetto dei tempi e modi di intervento e di recupero delle aree interessate, nonché del loro riuso, promuovendo anche il recupero per fasi già durante l'estrazione, l'individuazione di soluzioni per il recupero delle cave dismesse e delle aree degradate che permettano di garantirne la fattibilità dal punto di vista economico e ambientale. Infine promuovere il recupero e il riciclaggio degli inerti da demolizione per soddisfare parte dei fabbisogni con materiale a basso impatto ambientale, a partire dalle opere pubbliche della Provincia e dei Comuni.

L'istruttoria di tutti i contributi ha comportato modifiche significative dei soli documenti normativi di piano. Regione Lombardia ha espresso "… una valutazione di incidenza positiva, ovvero assenza di possibilità di arrecare una significativa incidenza negativa, sull'integrità dei Siti nel rispetto degli obiettivi della Rete Natura 2000 e sulla conservazione della Rete Ecologica, del Piano Cave Provinciale di Mantova, ferme restando alcune prescrizioni relative alla necessità di sottoporre a Valutazione di incidenza i progetti d'ambito di alcuni Ambiti territoriali, all'inserimento di compensazioni e/o mitigazioni ambientali specifiche per alcuni ambiti, all'indicazione di migliori tecniche di recupero e di previsioni più cautelative in merito all'uso agricolo successivo alla conclusione dell'attività estrattiva (prato stabile o agricoltura biologica). Le prescrizioni sono state tutte recepite nelle Schede degli Ambiti o nella Normativa Tecnica. Accolte gran parte delle osservazioni avanzate dai Comuni interessati.

La contrarietà agli ambiti estrattivi manifestata da alcune amministrazioni comunali, ad eccezione di Gonzaga, non è giustificata da particolari condizioni territoriali, ma da "possibili rischi" che possono essere riscontrati in qualsiasi area della Provincia di Mantova. In tal caso, solo una attenta programmazione delle fasi successive alla pianificazione potrà evitare che si verifichino le situazioni di rischio ipotizzate e per questo vengono previsti nuovi strumenti di verifica e controllo nella Normativa Tecnica.



Comunicati Stampa
Data 21-09-2018
Ora 11:30
Rubrica
per il cittadino
per enti ed imprese
Titolo Piano cave, passa l'adozione da parte del Consiglio Provinciale
Descrizione breve L’approvazione definitiva spetterà alla Regione
Descrizione

Adottati in via definitiva dal Consiglio Provinciale i documenti che costituiscono la Proposta di Piano Cave della Provincia di Mantova. A favore si sono espressi i consiglieri di maggioranza mentre hanno votato contro i consiglieri Alessandro Sarasini e Renata Riva.

Ora la documentazione verrà trasmessa a Regione Lombardia per la sua definitiva approvazione.

Il Piano Cave individua i giacimenti sfruttabili, identifica gli ambiti territoriali estrattivi, compresi quelli ubicati nelle aree protette, definisce i bacini territoriali di produzione a livello provinciale; individua le aree di riserva di materiali inerti da utilizzare esclusivamente per le occorrenze di opere pubbliche; identifica le cave cessate da sottoporre a recupero ambientale; stabilisce la destinazione d'uso delle aree per la durata dei processi produttivi e la loro principale destinazione finale al termine dell'attività estrattiva. Il Piano ha durata pari a 10 anni per tutti i settori merceologici previsti (sabbia, ghiaia e argilla).

Il fabbisogno massimo di materiale da estrarre per il prossimo decennio (il lasso di tempo in cui sarà valido il nuovo piano cave) è di 18.679.473 mc per il settore sabbia e ghiaia. Tredici gli ambiti estrattivi individuati per sabbia e ghiaia: quattro sono nuovi, mentre gli altri ampliano o completano ambiti già previsti dal precedente piano.
Due dei nuovi ambiti sono a Roverbella (a Belvedere e a Malavicina, rispettivamente di 1.400.000 e 1.450.000 metri cubi), gli altri a Volta Mantovana (400.000 metri cubi) e a Gonzaga (in località Beccaguda 500.000 metri cubi).

Gli ambiti già previsti nel precedente piano cave e ora riproposti perché non ancora esauriti o perché presentano possibilità di ampliamento sono a Cà Fattori e a Cocca di Medole, a Palazzetto di Cavriana, a Costa della Signora a Goito, a Pozzolo e in località Rinaldina e Nuova Pace di Marmirolo, a Cerviere di Canneto sull'Oglio e a Fontanella Grazioli di Canneto sull'Oglio.

Per il settore argilla sono stati individuati solo due ambiti, a Motteggiana e Serravalle a Po, a completamento o ampliamento di ambiti esistenti.

Tra gli obiettivi del nuovo Piano cave vi sono il soddisfacimento dei fabbisogni provinciali in modo congruo ed equilibrato, la preservazione delle materie prime non rinnovabili quale obiettivo primario di sostenibilità, limitando ai fabbisogni i siti e i volumi di materiali estraibili, il perseguimento della massima compatibilità ambientale e paesaggistica, evitando anche di interessare aree di particolare valenza  naturalistico, morfologico, storico e culturale, l'individuazione di eventuali criteri di flessibilità nella programmazione dei materiali da estrarre, prevedendo procedure di verifica periodica delle attività e dei fabbisogni.

Ma anche l'ottimizzazione, il dimensionamento, la distribuzione degli ambiti estrattivi, nonché le modalità e le tecniche di intervento, trasporto e recupero, il rispetto dei tempi e modi di intervento e di recupero delle aree interessate, nonché del loro riuso, promuovendo anche il recupero per fasi già durante l'estrazione, l'individuazione di soluzioni per il recupero delle cave dismesse e delle aree degradate che permettano di garantirne la fattibilità dal punto di vista economico e ambientale. Infine promuovere il recupero e il riciclaggio degli inerti da demolizione per soddisfare parte dei fabbisogni con materiale a basso impatto ambientale, a partire dalle opere pubbliche della Provincia e dei Comuni.

L'istruttoria di tutti i contributi ha comportato modifiche significative dei soli documenti normativi di piano. Regione Lombardia ha espresso "… una valutazione di incidenza positiva, ovvero assenza di possibilità di arrecare una significativa incidenza negativa, sull'integrità dei Siti nel rispetto degli obiettivi della Rete Natura 2000 e sulla conservazione della Rete Ecologica, del Piano Cave Provinciale di Mantova, ferme restando alcune prescrizioni relative alla necessità di sottoporre a Valutazione di incidenza i progetti d'ambito di alcuni Ambiti territoriali, all'inserimento di compensazioni e/o mitigazioni ambientali specifiche per alcuni ambiti, all'indicazione di migliori tecniche di recupero e di previsioni più cautelative in merito all'uso agricolo successivo alla conclusione dell'attività estrattiva (prato stabile o agricoltura biologica). Le prescrizioni sono state tutte recepite nelle Schede degli Ambiti o nella Normativa Tecnica. Accolte gran parte delle osservazioni avanzate dai Comuni interessati.

La contrarietà agli ambiti estrattivi manifestata da alcune amministrazioni comunali, ad eccezione di Gonzaga, non è giustificata da particolari condizioni territoriali, ma da "possibili rischi" che possono essere riscontrati in qualsiasi area della Provincia di Mantova. In tal caso, solo una attenta programmazione delle fasi successive alla pianificazione potrà evitare che si verifichino le situazioni di rischio ipotizzate e per questo vengono previsti nuovi strumenti di verifica e controllo nella Normativa Tecnica.



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