Ricorsi contro il piano cave, la Provincia si costituisce in giudizio

 

Costituzione in giudizio della Provincia di Mantova contro i due ricorsi promossi avanti il Tar di Brescia contro il Piano Cave.

Ricorsi che in primo luogo sono nei confronti di Regione Lombardia (che ha approvato definitivamente la proposta di Piano cave dell'ente di Palazzo di Bagno senza eccepire rilievi) e quindi dei Comuni di Volta Mantovana e Roverbella e della Provincia.

I ricorrenti contestano la Delibera del Consiglio Regionale della Lombardia di approvazione del nuovo Piano Cave della Provincia di Mantova - settori merceologici della sabbia, ghiaia e argilla, della Delibera del Consiglio Provinciale di Mantova di adozione definitiva della proposta del nuovo Piano Cave, della Delibera della Giunta Regionale di trasmissione al Consiglio Regionale, con proposte di modifica della proposta del nuovo Piano Cave della Provincia di Mantova e di ogni atto presupposto e connesso inerente al procedimento di adozione e approvazione dello strumento pianificatorio con riferimento all'art. 65 della Normativa Tecnica del nuovo Piano Cave della Provincia di Mantova.

I due ricorsi contestano, in particolare, la prescrizione delle Norme Tecniche del Piano, che dispongono: "Al fine di rispettare il criterio regionale e provinciale di preferenza per gli ampliamenti degli Ambiti Territoriali Estrattivi esistenti, i nuovi Ambiti Territoriali Estrattivi potranno avviare l'attività estrattiva solo al raggiungimento del 30% di escavazione prevista negli ambiti estrattivi già esistenti e in ampliamento, corrispondente a 4.740 mq.; 2. I valori dovranno essere controllati nell'ambito della verifica triennale sullo stato di attuazione del piano e potranno essere rimodulati in base ad adeguate motivazioni, condizioni ed esigenze".  

Per la Provincia i due ricorsi sono inammissibili e infondato in quanto l'art. 65 delle Norme tecniche del Piano Cave è stato legittimamente introdotto all'esito del contraddittorio sviluppatosi sulla proposta di piano nel corso del procedimento con tutti i soggetti coinvolti ed approvato nella fase di adozione definitiva. Sempre secondo i legali dell'ente di Palazzo di Bagno "nel merito, le valutazioni sottese all'approvazione ed adozione del Piano, svolte da Provincia di Mantova e Regione Lombardia, sono rivolte prioritariamente alla tutela del territorio e della risorsa mineraria: le esigenze degli operatori economici devono rispondere all'obiettivo di garantire la massima compatibilità con le stesse. Tali esigenze sono state attentamente valutate e considerate durante tutto l'iter di formazione del Piano. Inoltre l'art. 65 delle Norme tecniche è coerente con il principio generale stabilito in base al quale "E' di fondamentale importanza la preferenza all'ampliamento di ambiti piuttosto che l'apertura di nuove attività. Ciò permette, oltre ad una minimizzazione del consumo di suolo, una continuità nel recupero dell'area estrattiva. Questo principale criterio si accorda con gli obiettivi di salvaguardia territoriale del Piano Territoriale Regiomale. Il concetto del contributo che viene fornito dal processo di VAS è stato introdotto nella definizione delle ubicazioni definitive degli ambiti. Questo processo permette di implementare il sistema di coordinazione tra il Piano Cave e gli enti territorialmente competenti. In sede di VAS viene in particolare accertata l'ubicazione migliore degli ambiti dal punto di vista di minimizzare i costi sociali ed ambientali dell'attività estrattiva".   

Per la Provincia sussiste quindi interesse e necessità di costituirsi in giudizio per contrastare le pretese ritenute inammissibili e comunque infondate.

 

Comunicati Stampa
Data 23-11-2021
Ora 09:30
Rubrica
per il cittadino
per enti ed imprese
Titolo Ricorsi contro il piano cave, la Provincia si costituisce in giudizio
Descrizione

 

Costituzione in giudizio della Provincia di Mantova contro i due ricorsi promossi avanti il Tar di Brescia contro il Piano Cave.

Ricorsi che in primo luogo sono nei confronti di Regione Lombardia (che ha approvato definitivamente la proposta di Piano cave dell'ente di Palazzo di Bagno senza eccepire rilievi) e quindi dei Comuni di Volta Mantovana e Roverbella e della Provincia.

I ricorrenti contestano la Delibera del Consiglio Regionale della Lombardia di approvazione del nuovo Piano Cave della Provincia di Mantova - settori merceologici della sabbia, ghiaia e argilla, della Delibera del Consiglio Provinciale di Mantova di adozione definitiva della proposta del nuovo Piano Cave, della Delibera della Giunta Regionale di trasmissione al Consiglio Regionale, con proposte di modifica della proposta del nuovo Piano Cave della Provincia di Mantova e di ogni atto presupposto e connesso inerente al procedimento di adozione e approvazione dello strumento pianificatorio con riferimento all'art. 65 della Normativa Tecnica del nuovo Piano Cave della Provincia di Mantova.

I due ricorsi contestano, in particolare, la prescrizione delle Norme Tecniche del Piano, che dispongono: "Al fine di rispettare il criterio regionale e provinciale di preferenza per gli ampliamenti degli Ambiti Territoriali Estrattivi esistenti, i nuovi Ambiti Territoriali Estrattivi potranno avviare l'attività estrattiva solo al raggiungimento del 30% di escavazione prevista negli ambiti estrattivi già esistenti e in ampliamento, corrispondente a 4.740 mq.; 2. I valori dovranno essere controllati nell'ambito della verifica triennale sullo stato di attuazione del piano e potranno essere rimodulati in base ad adeguate motivazioni, condizioni ed esigenze".  

Per la Provincia i due ricorsi sono inammissibili e infondato in quanto l'art. 65 delle Norme tecniche del Piano Cave è stato legittimamente introdotto all'esito del contraddittorio sviluppatosi sulla proposta di piano nel corso del procedimento con tutti i soggetti coinvolti ed approvato nella fase di adozione definitiva. Sempre secondo i legali dell'ente di Palazzo di Bagno "nel merito, le valutazioni sottese all'approvazione ed adozione del Piano, svolte da Provincia di Mantova e Regione Lombardia, sono rivolte prioritariamente alla tutela del territorio e della risorsa mineraria: le esigenze degli operatori economici devono rispondere all'obiettivo di garantire la massima compatibilità con le stesse. Tali esigenze sono state attentamente valutate e considerate durante tutto l'iter di formazione del Piano. Inoltre l'art. 65 delle Norme tecniche è coerente con il principio generale stabilito in base al quale "E' di fondamentale importanza la preferenza all'ampliamento di ambiti piuttosto che l'apertura di nuove attività. Ciò permette, oltre ad una minimizzazione del consumo di suolo, una continuità nel recupero dell'area estrattiva. Questo principale criterio si accorda con gli obiettivi di salvaguardia territoriale del Piano Territoriale Regiomale. Il concetto del contributo che viene fornito dal processo di VAS è stato introdotto nella definizione delle ubicazioni definitive degli ambiti. Questo processo permette di implementare il sistema di coordinazione tra il Piano Cave e gli enti territorialmente competenti. In sede di VAS viene in particolare accertata l'ubicazione migliore degli ambiti dal punto di vista di minimizzare i costi sociali ed ambientali dell'attività estrattiva".   

Per la Provincia sussiste quindi interesse e necessità di costituirsi in giudizio per contrastare le pretese ritenute inammissibili e comunque infondate.

 

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