I "Giardini di felicità" di Donatella Levi alla Casa del Mantegna
Opere in mostra dal 5 aprile al 5 maggio alla Casa del Mantegna, in via Acerbi 47 a Mantova
Ingresso libero
Orari: da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18
Lunedì e martedì chiuso
Il titolo della mostra, Giardini di felicità, si riferisce ad un passo di Nietzsche in cui il filosofo ragiona sulle piccole felicità cercate o involontarie ed è a partire da questa citazione che Laura Lorenzoni sviluppa l'analisi dei quadri di Donatella Levi, nel suo contributo per il catalogo della mostra.
Ma sono anche
giardini segreti, giardini nascosti e poi ritrovati. Oggi infatti
Donatella Levi non è più pittrice, dipingere ha
riempito un periodo della sua vita, l'adolescenza e la giovinezza;
un tempo lungo dunque, ma concluso. I quadri erano stati riposti in
soffitta, quasi dimenticati, e solo di recente sono riemersi, per
una felice casualità, che qui non sarà svelata:
sarà l'autrice stessa a raccontarla, forse, nel corso
dell'inaugurazione. Per una coincidenza, che a posteriori parrebbe
invece intenzionale, questa piccola mostra si colloca come lo
spazio aperto, il giardino verde dentro la più vasta mostra
degli spazi chiusi e definiti, disegnati dagli architetti
mantovani, nella loro contemporanea rassegna "Mantova - Laboratorio
di idee e progetti".
Tuttavia l'evento e la mostra non sono stati pensati e desiderati dalle organizzatrici dell'Istituto Mantovano di Storia Contemporanea e del Gruppo7-Donne per la pace, soltanto come esposizione di giardini dell'anima, ma piuttosto per cogliere la complessità della figura di una donna che si è formata nel secondo Novecento, quando le partigiane erano già state zittite e disciplinate e la voce dei movimenti femminili degli anni '70 ancora non si era alzata. Una donna dunque che, come molte altre sue coetanee, ha dato forma alla sua esperienza di vita in modo autonomo e originale: in solitaria come una velista dice lei stessa.
Nata nel 1939, Donatella Levi ha subito l'ingiuria delle Leggi razziali ed è stata una "bambina nascosta" fra il 1943 e il 1945. Su questa sua infanzia ha scritto un libro, Vuole sapere il nome vero o il nome falso?, che pure sarà a tema nell'inaugurazione della mostra. Non si tratterà soltanto di un vernissage, ma l'autrice stessa discuterà con la critica d'arte Laura Lorenzoni e lo storico Bruno Maida dell'Università di Torino, che all'infanzia nelle guerre dedica la sua ricerca.
Il catalogo infine non riproduce semplicemente le opere esposte, ma accanto ai contributi critici che parlano della pittura, raccoglie testimonianze diverse della vita complessa di Donatella Levi.
La mostra si colloca come ideale prosecuzione delle Mostre del Marzo che il Gruppo 7 ha realizzato presso la Casa del Mantegna in anni passati, intese a mettere in evidenza la qualità di artiste che dello stare "a lato" avevano fatto una scelta.