Bonus per la messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche

Riservato a Comuni, Province e Città Metropolitane

Un bando per i Comuni, e un'assegnazione proporzionale per Città metropolitane e Province composta da una quota fissa (100mila euro alle Città, 70mila euro alle Province) e da una quota variabile in base alla popolazione.

Funzionerà così il primo triennio del bonus progetti da 30 milioni di euro all'anno per il periodo 2018-2033 messo a disposizione dall'ultima manovra (commi 1079-1084 della legge 205/2017) per interventi di messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche. A regolare il meccanismo è un decreto del Ministero delle Infrastriuture su cui l'8 marzo è stata trovata l'intesa in conferenza Stato-Città, e che prima di tutto divide i 90 milioni dei primi tre anni fra le varie tipologie di enti: a Città metropolitane e Comuni vanno 37,5 milioni "a testa", mentre alle Province sono destinati 15 milioni.

Candidature e assegnazione
Sono le modalità di assegnazione, però, a differenziare i Comuni dagli altri enti, e la spiegazione sta nelle differenze fra i numeri in gioco. Per i Comuni l'assegnazione sarà guidata da una sorta di bando, regolato da un decreto direttoriale che dovrebbe vedere la luce entro un mese, in contemporanea con la registrazione e l'entrata in vigore del decreto del Mit. Ogni Comune potrà presentare un massimo di tre progetti (tetto introdotto dopo la prima esperienza dello scorso anno, quando il Viminale fu sommerso da oltre mille candidature per i 15 milioni di euro a disposizione), che saranno esaminati in base ai parametri da indicare nel provvedimento direttoriale. Province e Città metropolitane, invece, possono calcolare gli assegni a loro disposizione sulla base dei numeri allegati al decreto ministeriale, che modificano la quota variabile in base alla popolazione.
In ogni caso, il finanziamento statale non potrà superare i 60mila euro a progetto, e coprirà al massimo l'80% del costo complessivo. Le risorse, per facilitarne la gestione dal punto di vista contabile, saranno considerate «contributi a rendicontazione».

(Fonte Il Sole 24 ore  - Quotidiano Enti locali, 9 marzo 2018)

 

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