ANASTASIS - Agostino Arrivabene alla Casa del Mantegna
Prorogata sino al 9 ottobre
La Provincia di Mantova con la mostra dedicata ad Agostino Arrivabene, allestita alla Casa del Mantegna, approfondisce e mette a fuoco un percorso estetico che si caratterizza per immagini di matrice classica rilette in chiave contemporanea.
La rassegna calibra così,
nella misura degli spazi severi e razionali ideati
dal Mantegna, un'iniziativa in grado di esprimere un forte
sentimento della contemporaneità, in ossequio anche
all'impegno di partecipare allo sforzo collettivo di contributi che
vede, in questo 2016, Mantova Capitale italiana della
Cultura.
Con la mostra
Anastasis si ripercorre il lavoro recente di Agostino
Arrivabene, grazie alla curatela congiunta di Alberto Mattia
Martini e Gianfranco Ferlisi, entrambi autori dei testi in
catalogo. Quello che emerge dalla rassegna è un percorso
ambizioso, iniziato nel 2010 e conclusosi in questi giorni, proprio
in occasione dell'attuale esposizione, che si apre in coincidenza
con Festivaletteratura.
Agostino Arrivabene dialoga, innanzitutto,
con un'opera pittorica importante di Andrea Mantegna,
«Il Cristo in scurto».
E riavvolge, pittoricamente, il bandolo del tempo per mettere a
fuoco un'interpretazione dello stesso dipinto giocata sulla
componente del suo processo resurtivo. L'autore cita
anche il lavoro di artisti a lui coevi, il duo
Fabre e Borsetti Venier, che negli anni Novanta crearono
una vera e propria sinergia sul tema, dando origine a una
serie di scatti fotografici in una dimensione
scenografico-teatrale: una vera e propria rilettura
contemporanea del dramma mantegnesco del Cristo morto.
L'artista, con un suo personale
intervento di manipolazione delle forme fotografiche del duo
Fabre-Borsetti Venier e del dipinto di Andrea Mantegna, intraprende
un lavoro di deformazione dei corpi raffigurati, attraverso
un'originale idea di disgregamento e di cambiamento semantico del
dramma del Cristo. Lo smembramento delle immagini presuppone,
ovviamente, innumerevoli elaborati preparatori, presenti in questa
mostra e documentati sia attraverso un taccuino di scritti e
immagini dipinte, sia tramite fotografie con innesti pittorici, che
si trasformano in un vero diario di bordo. Ne scaturisce un
viaggio che dal Cristo morto conduce a un grande dipinto
monumentale, con una Resurrezione di forte suggestione
emozionale, e a un trittico di baconiana memoria, in cui, per
stadi successivi, l'artista mostra le fasi metamorfiche del corpo
che da carne muta in corpo glorioso. È l'approdo ad
una dimensione che è rivelazione sfolgorante,
manifestazione della luce resurtiva del miracolo
evangelico, attraverso un'azione pittorica divisionista capace
di creare una vera illusione ottica di scomposizione cromatica
dello spettro newtoniano .
L'Anastasis rimanda a un tema
iconografico che proviene dall'arte bizantina e che raffigura la
Resurrezione di Cristo e la sua discesa agli inferi per
recuperare le anime di Adamo ed Eva. La sua trattazione appare, in
questa mostra, come un azzardo in riferimento al canonico
percorso evangelico. E lo stesso azzardo tocca il richiamo ad
Orfeo, attraverso un dipinto raffigurante, appunto,
l'Orfeo eseguito da Arrivabene nel lontano 1994. L'opera
incarna, nella rappresentazione, l'artista per eccellenza, il
personaggio che esalta e canta i valori eterni dell'arte. Ma
l'Orfeo del percorso espositivo assume una rilettura
paleocristiana, con riferimento ad un'iconografia che vedeva
il viaggio del mitico cantore agli inferi come una prefigurazione
della morte e resurrezione di Cristo. La rappresentazione di Orfeo
con la cetra veniva infatti interpretata, dalle prime
comunità evangeliche, come immagine cristologica in
riferimento al Salvatore che vince sulla natura. In mostra il
viaggio orfico esalta dunque il magico poeta cantore come un
vincitore trionfante.
La rassegna perciò, nelle varie
sezioni, lungo le sale concentriche al tamburo-cortile della Casa
del Mantegna, riassume, in parti distinte ma anche complementari,
un meraviglioso dialogo mistico, in cui le figure del Messia,
di Maria e degli "angeli del versamento" - figure angeliche solcate
dolorosamente del sangue divino - si caratterizzano per essere
creature autonome dall'immaginario di Arrivabene. Così, in
particolare su queste immagini di grande e toccante suggestione,
sulle schiene di creature solcate dal sangue versato di Cristo,
l'artista opera con una calligrafica, materica e minerale
condensazione. E tutto questo accade attraverso un procedimento
tecnico originalissimo, tramite la creazione di vere e
proprie macchie di Rorschach,e
interventi pittorici condotti con multiforme e calibrato
talento, da cui scaturiscono rivoli di sangue di
impressionante vitalità, tracce di fustigazioni da
martirio.
All'interno del percorso espositivo, le
opere creano richiami e rimandi cortocircuitati, sintonie con
i codici del Rinascimento, approdi alle sperimentazioni più
attuali e più arrischiate, evidenti in altri linguaggi,
quali disegni, sculture in bronzo e legno. Una Pietas velata
e rivestita in foglia oro cerca, ad esempio, di ricostruire il
maphorion, il velo delle vergini consacrate.
Sono molteplici gli evidenti
contrasti e le distanze temporali mirate a parlare del
mistero del «Sacro sangue» che, proprio a Mantova, per
antica devozione, viene venerato come reliquia sacra e che
Agostino reinterpreta ed evoca in un dipinto di oscura
commozione, con un Ecce Homo il cui sangue versato
rivela le arboree tumefazioni delle stigmate.
Anche i balzelli profani, come il
dialogo fra due opere lontane nel tempo ed eseguite dall'artista,
un Athena glaucophis del 1993 (dall'occhio lucente) e
l'Orfeo del 1994, oltre a una Crocifissione del 1990,
evidenziano temi già cari all'autore in giovane età,
temi che dialogano perfettamente con le opere più
recenti.
Il progetto espositivo, nei suggestivi spazi
della casa di Andrea Mantegna, si snoda quindi come un
percorso ampio e coinvolgente, che raccoglie non solo alcune opere
di collezione privata e molte opere eseguite appositamente per
l'occasione ma anche alcuni dipinti della collezione dell' artista
stesso, esposti come fatto assolutamente straordinario per questa
rassegna.
catalogo con introduzione di Francesca
Zaltieri
testi critici di Alberto
Mattia Martini e Gianfranco Ferlisi
Casa del Mantegna
via Acerbi, 47
46100 Mantova
ORARI DI APERTURA
Mattine
da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 12.30
Pomeriggi
Pomeriggi
giovedì 15.00/17.00 -
venerdì, sabato e domenica: dalle 15.00
alle18.00
Ingresso libero
Informazioni:
tel. +39 0376 360506 - +39 0376 432432
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francesco.sala@clponline.it; www.clponline.it
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Comunicato
stampa e immagini su www.clponline.it
http://www.clponline.it/mostre/agostino-arrivabene-anastasis