Donald Martiny
Donald Martiny
Fu in principio Materia Divina
a cura del critico e curatore d'arte dr Alain
Chivilò
Il pittore di oggi non si preoccupa dei propri sentimenti o del mistero della propria personalità, ma di approfondire il mistero del mondo. La sua immaginazione sta quindi tentando di scavare all'interno di segreti metafisici. Barnett Newman
La forza di un'artista è quella di creare con
originalità partendo da una base di studio scritta
all'interno della storia dell'arte. Donald
Martiny, come da incipit, ha tratto ispirazione dal
collega Barnett Newman affinando una maggiore propensione
analitica, atta a ricercare tutto quello che è
trascendentale.
Nel concetto finalizzato a inseguire l'oltre, in quello che
conosciamo e vediamo, vengono a determinarsi basi per plasmare la
creatività in composizioni inesplorate.
Se per Newman ideare implica gestire il caos all'interno del
binomio immagine-essenza, l'arte di conseguenza deve tendere alla
scoperta di "nuove forme e simboli aventi la qualità vivente
della creazione".
Donald Martiny nato nella Contea dello stato
di New York in un'area dal fervore artistico a partire
dall'Espressionismo Astratto, interpreta, pur appartenendo a
generazioni successive, una rivoluzione interiore attraverso
un'incisiva gestualità.
Vivere nel tessuto della Grande Mela, città che seppe unire
in ambito culturale e artistico da un lato storia dall'altro
sperimentazione, ha permesso a Martiny di progettare unendo forma e
colori. Proprio, da questi elementi pittorici si racchiude una
storiografia all'interno di una vitalità
contemporanea.
Di conseguenza per l'artista, la creazione avviene in un'azione che
si compie lungo un'interpretazione compositiva retta
dall'immediatezza e dalla celata programmazione, come lo furono per
esempio il Gruppo Gutai e l'Action Painting.
Donald Martiny non si sofferma però
solamente al risultato ottenuto nell'istante e nella
volontà, ma indaga come lo spazio e le forme possano giocare
tra loro in rapporti illusori. A tal fine nelle sue opere,
molteplici piani si determinano tra luce, ambiente e movimento
grazie a un sapiente dosaggio di sovrapposizioni pittoriche.
Ogni composizione artistica nasce da un progetto precedente che,
dalla teoria dei colori, genera nuance per intelligenti mescolanze
tonali connotanti uno stile Martiny.
L'atto artistico parte da un ragionamento che, nelle diverse
intensità, si realizza attraverso un calibrato uso di
pennelli, mani e altri mezzi utili a provocare graffi visivamente
gentili. Il movimento fisico non è altro che un atto
creativo per una forma sinuosa e avvolgente in un ritmo efficace
sempre in sintonia alla forza generatrice.
Dunque, il gesto è nella cromia mentre la luce esterna crea,
naturalmente o artificialmente, energie che pongono in connessione
l'opera con lo spazio ospitante.
Laddove la non forma pare contraddirsi, negandola, Donald Martiny
le permette di rinascere generando rapporti sensoriali, dinamici e
interattivi ottenendo emozioni mai negative. Valori tattili si
formano naturalmente tra i volumi e gli effetti plastici verso
l'osservatore, per rapporti di pura emozione.
Le diverse sfumature influenzano così direttamente l'anima
come indicato da Wassily Kandinsky, ma permettono anche di tenderle
nel loro movimento statico, verso una vibrazione dalla chiara
libertà musicale.
I lavori di Martiny vivono sempre all'interno di una
matericità retta da gradazioni ricche di poesia per contesti
architettonici semplicemente onirici.
Esso stesso nell'azione di auto scoperta, cara a Jackson Pollock,
attraverso un'apparente segno non violento plasma asimmetriche
virgole, che nella loro interazione visiva, multi dimensionale e
fisica, riecheggiano liriche astrazioni di pittura espressiva pur
interagendo nell'ambiente circostante.
Martiny idea creazioni pittoriche che, in un'apparente
semplicità, approfondiscono intellettualmente l'essenza
umana.
Parafrasando un pensiero dello scrittore George Bernard Shaw si
evidenzia come l'azione pitto-scultorea
di Martiny, nella personale elaborazione,
parta da lontano poiché crede "in Michelangelo,
Velásquez e Rembrandt, nel pittore del disegno, nel mistero
del colore", ossia in quella interazione a volte simbiotica, a
volte mutualistica che lega elementi della storia dell'arte a forme
e simboli contemporanei.
Donald Martiny svela enigmi metafisici,
ricordando come l'originalità unita all'interpretazione
generino nuove complessità, ma soprattutto permettano
un'interazione multidimensionale tra tempo, sensazione tattile,
percezione visiva, spazialità, cromie, materia e luce.
by Alain Chivilò
Donald Martiny - https://www.donaldmartiny.com
(Schenectady, New York 1953) attualmente vive e lavora a Chapel
Hill, nel North Carolina. Ha studiato alla School of the Visual
Arts, alla The Art Students League di New York, alla New York
University e alla Pennsylvania Academy of Fine Arts. Le mostre del
museo includono FWMoA, Courtauld Institute of Art, Alden B Dow
Museum of Art, Falmouth Museum e il Cameron Art Museum. Il lavoro
di Martiny è rappresentato da gallerie in Europa, Stati
Uniti e Australia e viene raccolto a livello internazionale. Nel
2015 Martiny ha ricevuto una commissione dall'organizzazione Durst
per creare due dipinti monumentali che sono stati installati
permanentemente nella hall del One World Trade Center a New York
City. Nel 2015 Martiny ha ricevuto la Sam & Adele Golden
Foundation per l'Arts Residency Grant. Il suo lavoro è stato
presentato su Huffington Post, NPR, Philadelphia Inquirer, Vogue
Living | Australia, New American Paintings |Sud, Decor Magazine,
Hong Kong Tatler e Woven Tale Press.
Orari Apertura:
Da mercoledì alla domenica 10 - 13 / 15,30 -
19,30
Aperto il giorno di Ferragosto
Ingresso gratuito
Informazioni: Casa del Mantegna, tel. 0376
360506 (durante gli orari di apertura)
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