Differenti Uguaglianze
DIFFERENTI UGUAGLIANZE
Sabato 20 Aprile 2019, ore 17.30 inaugurazione alla
presenza degli artisti
Mostra dal 20 Aprile al 9 Maggio 2019
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Via Cappello 17 - Mantova
La Galleria Arianna Sartori, nella sede di via Cappello 17 a
Mantova, inaugura la mostra "differenti uguaglianze" opere di Mario
De Leo e Tiziana Rizzi, Sabato 20 aprile alle ore 17.30 alla
presenza degli artisti.
Nella mostra antologica che si svolgerà presso la Galleria
Arianna Sartori dal 20 aprile al 9 maggio, Mario De Leo
presenterà una serie di lavori realizzati dagli anni '80
fino ai giorni nostri. L'esposizione vuole proporre una visione
essenziale del suo percorso creativo, toccando i periodi principali
che vanno dalle "Figure Amazzoniche" ai "Punti Ascensionali" fino
ai lavori più concettuali del ciclo "Lettere Cosmiche", che
stanno avendo un riscontro positivo sia in Italia che all'estero. I
tre periodi hanno come filo conduttore l'impiego del microchip.
Sarà inoltre presente Tiziana Rizzi, con la quale De Leo
presenterà le "differenti uguaglianze", serie realizzata a
quattro mani su supporti di ceramica, dove prevale il disegno
spontaneo di De Leo, arricchito dalla raffinata colorazione della
Rizzi; un connubio artistico, il loro, che dura da parecchi
anni.
Pablo De Leo
"Da "contadino telematico", come egli stesso ama definirsi,
Mario De Leo affronta, sul versante per ora estremo delle visioni
figlie dell'informatica, quanto è accaduto nell'ambito della
popizzazione delle immagini. Alle spalle non è tanto la
vicenda storica delta Pop art, irruzione della cultura low negli
strati autocertificati high: che è una storia passata ormai
in giudicato, acquisita, ma anche tutto sommato dalle conseguenze
circoscritte. Ben più interessante, e fruttuoso, è
per lui riflettere sulla standardizzazione artificiosa di tutte le
immagini, quella sorta di user-friendliness che, dal pc, si
è trasferita al nostro stesso sguardo rendendolo intuitivo e
veloce con leggerezza, ma allo stesso tempo vorace, bulimico
addirittura, in una sorta di deriva senza appello della
selettività. È stato Jean-Pierre Changeux a
raccontarci della "stabilizzazione selettiva delle sinapsr, secondo
la quale tanto più crescono gli stimoli, altrettanto si
amplifica la perdita di flessibilità sensoriale: che era un
fatto, si, già empiricamente indicato dai Warhol &
Wesseiman & Oldenburg, in vario modo, ai nostri occhi; ma ora
è, appunto, condizione cognitiva fattasi generale. Ebbene,
quanto tutto ciò riguardi le arti visive è fatto ben
noto, che l'attuale panorama produttivo ed espositivo ogni giorno
ribadisce. Quanto, d'altronde, la questione non sia né cosa
né come fare, ma soprattutto perché, pare riguardare
una minoranza ormai esigua. I new media offrono tecniche di
visione, e in esse pare acquattarsi dò che continuiamo a
indicare come creatività; dove si sia cacciato I'art
criticism, ovvero la capacità dell'arte di procedere per
mozioni intellettuali forti, o lucide, per straniamene e messe en
abime eccetera, è questione per ora in parentesi.
Tant'è. Uno come De Leo si è fatto 'contadino", e ha
scelto di muovere il suo à rebours verso forme di
creatività criticamente stazzata, e verso iconografie infine
consapevoli di se stesse, da dati visivi di semplificatissima
elementarità. Esplora la macchina informatica a partire
dallo stereotipo visivo delle sue viscere, e la schematizza sino a
fame una sorta di motivo decorativo, sul quale far aggettare altre
forme di visione anch'essa stereotipa, ma terragna, legata a un
sapere antico, radicale del mondo. Siano le forme della pasta
alimentare, oppure le shapes d'un femminino ridotto a un proprio
codice costitutivo, De Leo forza il livello significativo primo e
trova il passo d una iconografia fastosa, che non è
importante comprendere, ma di cui voracemente appropriarsi.
Deliberatamente, egli sceglie di comportarsi verso questo mondo
d'immagine come, in altre epoche, il barbaro aniconico di fronte
alle figure dell'umano: affascinato meravigliato, assumendo schemi,
modi, schegge, senza porsi la questione della ratio genetica,
dell'organicità, del perché. Anche un altro, e troppo
dimenticato, protagonista del postpopism, Bruno Zanichelli, aveva
in altri tempi compreso la portata di questo sguardo tra
barbaricamente meravigliato e infantilmente giocoso nel cuore della
macchina d'intelligenza per antonomasia. I circuiti si erano
trasformati per lui in una sorta di puzzle impazzito e fascinoso,
raddoppiandosi nell'evocazione delle scatole di montaggio per
modellisti. Non sapeva, forse, come forse non sa De Leo, che questi
circuiti li dobbiamo proprio a una generazione di giovanotti capaci
di meravigliarsi e giocare. I primi hackers (che erano gli
inventori, non i distruttori, del computer), tra fine Cinquanta e
primi Sessanta, nelle aule del severo MIT di Boston, passavano armi
e bagagli dal club di modellismo ferroviario all'opera sui primi
farraginosi IBM: e inventavano la consolle, ma insieme i primi
giochi elettronici…
Cosa potrà accadere a nuovi coboidi della macchina come De
Leo non è dato di prevedere. Ciò che fa sperare
è il cuore puro, la sana ingenuità e meraviglia, con
cui uno come lui smonta mentalmente la macchina e la riduce a
proporzioni ripensabili, e giocabilì. È molto,
moltissimo".
Flaminio Gualdoni
"La tecnica della decorazione artistica su ceramica si perde
nella notte dei tempi. Diffusa fin dalla preistoria, costituiva ed
esplorava molteplici illustrazioni che sublimavano oltre
all'incanto della botanica, animali mitologici e figure votive.
Naturalmente lo sviluppo della tecnica è progredito nei
secoli favorendo la nascita di neo-manufatti che incidono tutt'ora,
nella civiltà contemporanea. Anche i grandi artisti del
Novecento si sono impossessati della tecnica della ceramica,
realizzando poetiche decisamente interessanti in un continuum con
l'infinito, cavalcandone le molteplici idee dì bellezza.
Queste forme artistiche hanno fertilizzato la curiosità
avvicinando e coinvolgendo una persona sensibile come Tiziana
Rizzi, che da anni svolge l'attività artistica sublimando la
materia in un ambito figurale dalle intatte possibilità
espressive. Nelle sue opere prevalgono soggetti floreali, ritmi ed
geometrici e icone a sfondo religioso, [...] raffinati ideofatti
intrisi di poetiche in progress."
Mario De Leo
Mario De Leo - Nasce a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, nel 1944. Si trasferisce a Milano all'inizio degli anni Sessanta; negli anni Settanta alterna l'attività di pittore a quella di musicista collaborando con il Maestro Giancarlo Disnan, curatore degli arrangiamenti di tutte le sue composizioni, raccolte nel primo LP dal titolo "Suonata situazione". Con l'attore etnomusicologo Moni Ovadia fonda a Milano nei 1976 la cooperativa musicale "l'Orchestra". Insieme a Michele Straniero, studioso di musica popolare, dà vita allo Studio Nazionale di Musica Etnica. Riceve numerosi riconoscimenti nella veste di cantautore e nel 1980 compone la colonna sonora del film "Sole, acqua, terra, vento", della regista americana Jane R. Spaiser. Con Luigi Bianco, poeta e giornalista, Max Marra, pittore, e altri artisti, fonda la rivista culturale "Osaon" e, in seguito, il bimestrale di interscambio culturale "Harta". Debutta in pubblico nel 1984 a Milano; partecipa a Premi, concorsi, rassegne tematiche ed esposizioni collettive in Italia e all'estero. Esordisce in mostra personale nel 1987 a Milano; da allora allestisce mostre in gallerie private ed enti pubblici. Nel 2001 è delegato ufficiale della Regione Lombardia per un convegno Internazionale in Svizzera, Cantone Sangallo. Sue opere sono in esposizione permanente in Musei nazionali e internazionali; "Young Museum" di Revere (Mantova), Palazzo del Comune di Ruvo di Puglia (Bari), Pinacoteca Civica di Ruttano (Lecce), Castello di Sartirana (Pavia), Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Taverna (Catanzaro), Civico Museo Parisi Valle di Maccagno (Varese), Museo d'Arte Contemporanea di Lissone (Milano) e Guang Dong Museum of Art di Canton (Cina). Nel 2011 partecipa alla 54ma Biennale Internazionale d'Arte di Venezia - Padiglione Italia in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia allestita a Torino, Sala Nervi. Nel 2014 una sua opera entra a far parte delle Raccolte Permanenti del Bice Bugatti Club di Nova Milanese. Nel febbraio 2018 il Comune di Seregno patrocina un'antologica dell'artista alla Galleria Civica "Ezio Mariani"; mostra a cura di Claudio Rizzi, in collaborazione con l'associazione culturale A.C.C.A. Nel 2018 il direttore della fiera Red Dot Miami, Rich Ferrante, ha scelto una sua opera "Lettera cosmica" tra le migliori dieci dell'edizione. Vive a Monza e lavora a Lissone.
Tiziana Rizzi - Artista poliedrica, nata a Cremona il 22 Giugno 1955. Ha frequentato la scuola d'arte Leonardo di Cremona, occupandosi di varie discipline e sviluppando le tecniche artistiche. I suoi lavori sono tendenzialmente di esecuzione figurale, con procedure legate alle moderne tecniche miste. Nell'ultimo decennio si è specializzata negli interventi pittorici su ceramica. Al suo attivo numerose mostre e rassegne d'arte. Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all'estero. Attualmente vive a Macherio e lavora a Lissone, presso lo studio Perlarte.
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Via Cappello 17 - Mantova
Tel. 0376.324260
Orario
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso
festivi