Lucidi Inganni
"LUCIDI INGANNI"
Mostra Personale di Fotografia e Grafica di ANDREA BOYER
a cura di Carlo Micheli
Sabato 6 Aprile 2019 - ore 18 Inaugurazione
Casa di Rigoletto
Piazza Sordello, 23 - Mantova
Esposizione Mostra da Sabato 6 Aprile a Domenica 5 Maggio 2019
Note biografiche
Andrea Boyer è nato nel 1956 a Milano. Ha frequentato il
Liceo Artistico, e l'Accademia di Belle Arti di Brera
(scenografia). Ha lavorato come fotografo (1978-2000) presso il
proprio Studio in ambito commerciale con collaborazioni nella moda,
nella pubblicità, nell'editoria, nell'industria. Ha
collaborato con i più importanti studi di architettura quali
BBPR, Albini, Belgioioso, fotografando e documentando le loro
costruzioni. Dal 1990 espone in spazi pubblici e privati con Opere
pittoriche (matita, olio, grafica-puntasecca, ceramolle, maniera
nera) e fotografiche. Sue Opere fanno parte di collezioni private e
pubbliche in Italia e all'estero.
Andrea Boyer - Foto/Grafie
Ispirato dalla poetica giuliesca, Andrea Boyer ci regala una serie
di immagini raffinatissime che sembrano farsi beffe della nostra
percezione visiva. Paesaggi urbani che sfidano le atmosfere
metafisiche di De Chirico; nature morte che sembrano uscite dallo
studio di Caravaggio e, per contro, disegni tanto precisi e
accurati da poter essere scambiati per fotografie. Il riferimento
alla villa giuliesca del Te, il "palazzo dei lucidi inganni",
appare dunque scontato, tanti sono i tranelli disseminati da Giulio
Romano in quello che è universalmente riconosciuto come il
suo capolavoro. Le asimmetrie mascherate delle facciate, le
distanze truccate con l'uso di "diaframmi" d'ombra, sono espedienti
che appartengono pure al bagaglio espressivo di Andrea Boyer e ne
costituiscono anzi una delle principali caratteristiche espressive.
Mantova si conferma dunque luogo prediletto dagli artisti, che
cattura con la propria raffinata cultura, ma anche con quel pizzico
di intrigo che sempre si accompagna alla bellezza.
Il Sindaco
Mattia Palazzi
"L'eleganza è quella qualità del comportamento che
trasforma la massima qualità dell'essere in apparire."
Jean Paul Sartre
Andrea Boyer - La poetica dell'impalpabile
Le opere di grafica e le fotografie di Andrea Boyer sono "lucidi
inganni" la cui essenza consiste... nell'apparire. Risolta
d'autorità questa annosa e noiosa dicotomia, Boyer si dedica
al disinnesco del significato, a favore di una girandola di
significanti nemmeno, poi, così... significativi. La
sublimazione del banale o lo svilimento del sublime sono le
suadenti provocazioni di un artista dell'escapologia che,
liberatosi dalla camicia di forza del senso, si diverte a bluffare
con la realtà, smontando la scatola rappresentativa,
scompigliando le unità di luogo di tempo e di spazio. Non
solo. La composizione di sapore classico -che riecheggia Caravaggio
e Vermeer- distoglie l'attenzione dalla rappresentazione in
sé stessa, dai soggetti e dalla loro collocazione, per
concentrarla sull'aura da questi emanata, nel tentativo di dare
corpo all'impalpabile, di coglierne razionalmente l'essenza. Dunque
un gioco raffinato quanto vano quello di Boyer, che molto deve,
formalmente, alla metafisica, con venature surreali e dosate
screziature di iperrealismo (non acefalo). Un gioco "bipolare"
difficile ed entusiasmante da giocare, accattivante e frustrante
allo stesso tempo. Il grande bluff e la grande bellezza,
scopriremo, coincidono per la nostra gratificazione, inutile e
improduttiva, la stessa che si prova nel risolvere un problema
matematico o un giallo particolarmente intricato… Ma le
opere di Boyer sono guanti di sfida da raccogliere, per chi abbia
ancora la voglia e il bisogno di stupirsi.
Carlo Micheli
Andrea Boyer. La bellezza oltre il nulla
Nelle opere di Andrea Boyer il tempo è sospeso, dilatato,
trattenuto in maniera impercettibile. Sembrano cristallizzate in
una epifania crepuscolare senza fine, abitata solo dal silenzio
delle persone, delle cose, delle emozioni sedimentate in un
frammento sensitivo tanto semplice in superficie quanto sfuggente e
ambiguo nella sua essenza. Le cose della vita sono estranee da
qualsiasi contesto. Oggetti vuoti che divengono riflesso della
luce: quello che pervade il tutto è la solitudine abissale
che si posa su ogni cosa. Il verosimile si mostra ogni volta dentro
l'inganno: un frammento di una verità sconfinata; un
fotogramma strappato alla storia ma filtrato dalla memoria, vissuta
come un labirinto di prospettive infinite. Un gioco di riflessi che
si appalesa attraverso archetipi incerti della propria anima e dei
loro sensi. Presenze primigenie che divengono rifrazioni di luci e
ombre assolute, fredde e immobili, dove non esiste niente prima e
dopo quell'attimo colto per l'eternità. La sua ricerca tende
a cogl iere l'attimo dove la realtà muta e disadorna di ogni
parvenza si mostra nella sua bellezza soavemente fragile, come se
oltre i segni, i colori, le immagini la percezione si disperdesse
in un nulla catartico che dissipa ogni certezza.
Luca Violo
Andrea Boyer - Terzo Tempo
Chi abbia l'opportunità di osservare da vicino il lavoro di
Andrea Boyer, riconosce in lui un artista dalla profonda attenzione
psicologica e sociologica, capace di rendere le proprie opere dei
racconti metaforici dell'uomo, delle vere e proprie visioni. Il suo
lavoro infatti è estremamente articolato per la presenza di
più significati, intrecci diversi di tempo e realtà.
Proprio il tempo, con l'interpretazione della realtà che ne
dipende, è una delle chiavi di lettura di queste opere. La
fotografia e il disegno, i principali mezzi espressivi utilizzati
dall'artista, si fanno emblemi di un loro tempo specifico. Il
disegno -che di per sé rappresenterebbe il tempo
dell'essere- e la fotografia -che per sua natura coglie il tempo
nel suo divenire- nelle opere di Andrea Boyer si incontrano per
creare un terzo tempo, un'altra realtà in cui l'essere si
identifica con il divenire. In questo modo l'artista ci racconta
storie di individui e collettività, colti nella loro
realtà profonda, scevri da qualsiasi estetismo fine a se
stesso. Questa visione del tempo deriva da Platone, così
come egli ne parla nel suo dialogo il Timeo, che le opere di Andrea
Boyer sembrano aver assorbito e portato a rappresentazione. Vivendo
in una società in cui tutta la realtà si trasforma in
immagini sempre uguali, l'artista ci propone una nuova
simbolizzazione delle forme, ricche di quella summa temporale
descritta precedentemente, che non richiede di ancorarsi al
passato, al presente o al futuro.
Manuela Accinno
Progetto del COMUNE DI MANTOVA - UFFICIO MOSTRE
Informazioni: info@infopoint.it - Tel.
0376.288208
Orari: TUTTI I GIORNI 9.00 - 18.00