Viaggi e memorie
Mostra fotografica di Daniele Pontiroli intitolata
"Viaggi e memorie".
La mostra resterà attiva fino al 22 aprile 2018.
"La Bretagna come luogo dell'anima, dove osare pensieri
di fuga, di abbandono, di non ritorno, è un luogo da
scoprire passo dopo passo, aspro e possente come un Calvados di
campagna, sferzato e segnato dal vento come il volto di un lupo di
mare. In questa atmosfera insieme lirica e selvaggia, Daniele
Pontiroli annusa la dolcezza dell'approdo, e il suo sentire, il suo
vedere, il suo cercare, sembrano placarsi appagati. Ma è la
sensazione di un attimo: il viaggio diviene un interminabile
abbraccio, esasperato, dilatato dall'uso dal grandangolo. I luoghi
sembrano sottostare alla furia del vento, si sgretolano insieme
alle pietre instabili di chiese oltraggiate dal tempo, lasciandosi
tentare dalla severità di un bianco e nero fortemente
contrastato, cedendo, a volte, pure alle lusinghe del colore.
Così amorevolmente interpretata e deformata, la terra di
Bretagna si fa, in queste fotografie, terra "pontiroliana",
conquistata, fatta propria attraverso immagini che sfuggono ormai
all'oggettività, per scivolare in una dimensione soggettiva
quanto surreale, distorcendo per eccesso la realtà fino a
lambire l'astrazione. Un analogo procedimento adotta Pontiroli in
quelle "non-fotografie" apparentemente tanto distanti, che chiudono
il catalogo e la mostra. Di fatto, dalla dilatazione esasperata di
fotogrammi (o porzioni di essi) martoriati con acidi, bruciature,
solarizzazioni, materiali accidentali, complice la stampa a
contatto, si ottengono queste immagini astratte o, per meglio dire,
sperimentali. Il termine "non-fotografie" appare infatti
inadeguato, visto che a venir meno è solamente l'uso della
fotocamera, non quello dei procedimenti di stampa. I risultati sono
tanto casuali quanto sorprendenti e gran parte del fascino di
queste immagini deriva dalla loro irriproducibilità,
dall'impossibilità di ricreare le stesse condizioni che
hanno dato vita a questi azzardi estetici. Ma l'idea della
dilatazione del reale, fino a ingenerare una totale
decontestualizzazione dell'oggetto rappresentato -sia esso un
paesaggio, una chiesa o un fotogramma lacerato- è alla
radice della ricerca di Pontiroli, sempre e comunque. Se nel caso
del viaggio bretone la deformazione grandangolare asseconda ed
esaspera gli effetti del vento, l'orizzontalità del
paesaggio, la stortura di un muro secolare, in questo viaggio
mentale fatto di sperimentazioni estreme è il concetto
stesso di realtà ad essere messo in discussione, dal momento
che oggetti tangibili, tridimensionali, assolutamente reali e
appartenenti alla nostra quotidianità danno vita a immagini
del tutto orfane di ciò che le ha generate.
Inoltre, a differenza del ciclo bretone, che trasuda compiacimento
estetico e amore per i luoghi, queste prove non hanno memoria, non
conservano traccia del loro vissuto, pur essendo ricche di fascino
ed esteticamente stimolanti."
Carlo Micheli