Synthetic Art
SYNTHETIC ART
opere di GIOVANNI SALA
inaugurazione domenica 1 ottobre 2017 alle ore 17.00
PALAZZO DUCALE di Sabbioneta (MN)
Dal 1 ottobre al 5 novembre 2017, il Palazzo Ducale di Sabbioneta
ospita Synthetic Art, una specialissima personale di Giovanni Sala.
L'esposizione apre la stagione espositiva autunnale, con la
curatela di Gianfranco Ferlisi, e propone sessanta opere in grado
di ripercorre sinteticamente il lavoro recente dell'artista.
Synthetic Art parla della sua produzione migliore degli ultimi
vent'anni, pur non potendosi considerare una antologica. L'artista
allinea stavolta i suoi lavori di ricerca dedicati alla
coniugazione di vari elementi informali. Il distillato di idee di
Giovanni Sala elabora dunque, in un percorso rigoroso, il
silenzioso rumore della pittura con il prepotente fascino dei nuovi
materiali, a partire dai dipinti in cui compare l'uso del catrame
per poi toccare, nelle sperimentazioni successive, il momento in
cui resina e ottone diventano i tramiti delle emozioni estetiche
più innovative. I suoi volteggi statici rivelano, a chi li
guarda, qualcosa di inedito: un ponte creativo ed emozionale che
unisce passato e futuro. Così la rassegna si trasforma in
una vera e propria testimonianza di arte e di vita, finalizzata a
farci comprendere un percorso complesso e intellettualmente
profondo, che può essere apprezzato in pieno solo
lasciandosi smarrire tra le sue metafore. Ed è il ponte
dell'arte, quella autentica, a condurci attraverso i meandri forti
e polimaterici che si metamorfizzano nel colore, nella
realizzazione di strutture della visione, che ci proiettano nella
contemporaneità e che parlano ancora, ovviamente,
sull'inevitabile iato tra il vedere e il sentire, per presentare
una idea di natura sintetizzata e astratta, riletta e filtrata
dalla sua cultura artistica e dalla sua immaginazione. Le
plastiche, le resine, i catrami, i polimeri, gli ottoni aprono
così inedite luci, fluide mescolanze dissacranti, che
allontanano l'aura antica della tradizione. Le opere di Sala, in
Synthetic Art, mostrano dunque una astrazione che presuppone
paesaggi meta-reali, esibiti attraverso materie inusuali, oltre le
consuetudini di pittura e scultura. Si rivelano così opere
che sembrano partorite da una fantasia notturna e inquieta.
Giovanni Sala propone infatti immagini di una produzione che non ha
la pretesa di rappresentare l'immediatamente percepibile. L'artista
non vuole più rappresentare la realtà quanto toccare
l'essenza di reale e di pensiero che vive all'interno delle sue
immagini, per offrirne un distillato provocatoriamente svuotato da
ogni orpello voluttuario. Ma ciò che esalta il suo percorso
è il riscatto poetico e intellettuale della materia, la sua
trasmutazione in sequenze di forme poetiche e non euclidee. L'opera
di Sala si guarda stavolta riflessivamente nello specchio, per
concentrarsi, soprattutto, sulle proprie suggestioni di
possibilità esistenziale, per contrapporsi, con precisa
determinazione, a ogni forma di antico naturalismo. Queste opere
quasi informali sono perfette per chi intende riflettere sulle
tappe principali della sua sperimentazione degli ultimi vent'anni,
perché l'autore duella, a Sabbioneta, con i linguaggi della
modernità e la sua operazione si trasforma in uno sguardo
sul mondo in grado di operare la metamorfosi tra pensiero e
materia. Alla fine l'artista ci conduce sui sentieri di una
riflessione trasversale sui temi fondamentali dell'esistenza,
esplicitati soprattutto nella sezione conclusiva degli Aquiloni di
pietra in cui presenta una ulteriore metafora degli orizzonti della
sua creatività. Questi aquiloni possono accendere amare
riflessioni sull'esistenza nel momento in cui osserviamo il loro
sublimarsi in una sostanza che sembra avere la leggerezza delle
nuvole, ma che contiene invece l'oscurità del buio pece
della notte. Nel cortile di Palazzo Ducale una figura quasi umana,
essenzializzata in fasce di metallo saldate con abilità da
antico homo faber, trattiene un gigantesco aquilone. È una
installazione simbolica che ci suggerisce i punti di arrivo della
sua ricerca più recente. Con l'alienato uomo di ferro che
insegue il vento per l'impossibile volo del suo aquilone, l'autore
ci regala uno sguardo freddamente documentario sul sentimento
dell'oppressione e sulla magnifica sfida dell'arte. L'installazione
parla, nel suo linguaggio ermetico, del potere e della scelta
eversiva dell'autore, della deriva di una umanità che non
riesce più a far volare un aquilone! E Giovanni Sala alla
fine sembra dire che il colore dell'arcobaleno è scomparso e
che non c'è più alla fine del suo arco il pentolino
pieno d'oro e che degli aquiloni non svettano sui cieli di
lapislazzulo e che i cinguettii della campagna sui prati verdi
della sua giovinezza padana sono una idillica memoria sempre
più lontana. La mostra di questo affermato maestro
sabbionetano colpisce infine per l'energia e la qualità
della sua produzione artistica e per l'uso di supporti innovativi
come le materie plastiche. E appunto la plastica è oggi uno
tra i materiali prediletti della produzione artistica della
contemporaneità. Come Naum Gabo, come Alberto Burri, come
Claes Oldenburg, come Piero Gilardi, come Gino Marotta l'operazione
espositiva di Giovanni Sala ci aiuta a capire i nuovi materiali
dell'arte, perfetti per essere trasformati in idea artistica, per
rendere reale l'immaginario estetico del presente.
Notizie biografiche su Giovanni Sala
Giovanni Sala nasce a Sabbioneta, in provincia di Mantova, nel
1947. La sua prima formazione avviene all'Istituto Statale d'Arte
«Paolo Toschi» di Parma. È qui che consegue il
diploma di Maestro d'Arte. Gli insegnamenti di Remo Muratore -
protagonista negli anni Sessanta nel campo della grafica moderna,
di Renato Vernizzi e di Nando Negri (disegno artistico) gli
permettono di mettere a punto gli strumenti per operare, da
protagonista, nel campo dell'Arte. Nel 1971 si trasferisce a Milano
dove lavora come grafico alla rivista Vogue. Successivamente, a
Bologna, sarà il creativo di una nota agenzia pubblicitaria.
Ritornato a Parma, nella metà degli anni Settanta, per un
decennio insegna disegno professionale proprio al
«Toschi». Sempre in quel periodo allestisce la prima
mostra personale presso la galleria «Il Poliedro» di
Cremona, con testo critico di Elda Fezzi. Da quel momento si
infittiscono le occasioni espositive con mostre personali e
collettive in spazi pubblici e privati, in Italia e all'estero. Ha
ideato e organizzato la prima Biennale Internazionale d'Arte
Contemporanea Sabbioneta 2008 «FORMULE» e la seconda
Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea Sabbioneta 2010
«PARALLELI». I suoi lavori sono oggi promossi in
Germania dalla galleria AM PARK di Francoforte. Lo scorso settembre
2016 ha tenuto una bellissima antologica alla Casa del Mantegna di
Mantova, a cura di Gianfranco Ferlisi.
Informazioni:
Anna Ghizzardi
Responsabile Organizzazione Eventi Culturali Comune di Sabbioneta
Palazzo Forti - Via Accademia 6- 46018 Sabbioneta Tel ++ 39 0375
52599 Fax ++39 0375 222385 - e-mail
a.ghizzardi@comune.sabbioneta.mn.it
Ufficio Informazioni Turistiche
0375-221044 sabbioneta@coopculture.it orari: feriali
9.30-13.00/14.30 -18. 00 (lunedì giorno di chiusura) e
sabato e domenica 9.30-13.00/14.30-19.00.