Mario Schifano nelle collezioni private e non solo
Mario Schifano nelle collezioni private e non
solo
"Mario Schifano nelle collezioni private e non solo" è la
mostra dell'opera di Mario Schifano (Homs, Libia, 1934- 1998, Roma)
che Moz-Art (Arte Contemporanea), in collaborazione con il
Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova, inaugurerà
giovedì 11 maggio 2017 alle ore 18.00 a Palazzo Ducale
negli Appartamenti della Rustica, con accesso dal giardino dei
Semplici.
La rassegna è curata da Peter Assmann e Sergio Pajola con il prestito delle opere da parte della Collezione Giorgio Marconi di Milano, della Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, delle Gallerie Italia Gallerie d'Italia - Polo museale di Intesa S. Paolo e di importanti collezioni private, con la collaborazione della Società per il Palazzo Ducale di Mantova.
La mostra gode del patrocinio e.supporto del.Comune di Mantova , della Fondazione Banca Agricola Mantovana, della Fondazione BPA e di Mantova Outlet Village. Resterà aperta fino al 15 Luglio. Un grande riconoscimento va all'Archivio Mario Schifano.
Questo percorso permette una profonda riflessione sul significato della relazione dell'artista con i differenti materiali della pittura, dalla carta intelata, il perspex, gli smalti, i collage, le foto, le tele emulsionate, in tutte le estensioni possibili.
Si prevede l'esposizione di un centinaio di opere su tela, su carta, foto, filmati multimediali, lp, maglie sportive, cataloghi storici e altro. Mario Schifano è stato un performer di altri tempi, regista, compositore pittore e artista nel tempo in cui viveva e lavorava, egli mista, miscela e rimixa come un dj, tutti i media allora esistenti, vecchi e nuovi, ma rivisita anche il suo proprio lavoro con lo scopo di diventare "creatura che vive nelle sue opere". Saranno esposte in mostra anche le maglie gialle del Tour de France da lui disegnate.
Mario Schifano nasce il 20 settembre 1934 nella Libia italiana
dove lavorava il padre. Dopo la fine della guerra tornò a
Roma dove segue le orme del genitore che lavorava al museo etrusco
di Villa Giulia come archeologo e restauratore. Fu proprio grazie a
questa esperienza che Schifano si avvicinò all'arte
eseguendo, in un primo periodo, opere che risentivano
dell'influenza dell'Arte Informale. La sua prima personale fu alla
Galleria Appia Antica di Roma nel 1959.
Sul finire degli anni cinquanta, Mario Schifano partecipò al
movimento artistico Scuola di Piazza del Popolo con Francesco Lo
Savio, Mimmo Rotella, Giuseppe Uncini, Giosetta Fioroni, Tano Festa
e Franco Angeli.
Realizza anche i suoi primi cortometraggi in bianco e nero, senza
sonoro già nei primi anni sessanta, quando giovane artista,
sotto contratto con Ileana Sonnabend, compie il primo viaggio negli
Stati Uniti, qui frequenta Jasper Johns, Mark Rothko, Andy Warhol,
con i quali si confronta e incomincia la vena della sua produzione
pop con opere della serie denominata Propaganda che ricordano i
marchi pubblicitari della Coca Cola, Esso, numeri, lettere, segnali
stradali.
In questo periodo espone a Roma, Venezia, New York, Parigi,
Spoleto.
Gli anni sessanta sono il periodo più intenso della sua
attività artistica, vince il Premio Lissone già nel
1961 e con la prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel
1964 presenta i suoi paesaggi anemici, a cui seguiranno i
personaggi del Futurismo.
Incomincia il sodalizio nel 1964 con Giorgio Marconi suo mentore e
promoter e partecipa a personali e collettive internazionali negli
States a New York e Pittsburgh a San Paolo del Brasile e a Tokio
fino al 1970.
Nel 1971 incomincia l'amicizia e la collaborazione con uno dei
più importanti critici dell'epoca, Achille Bonito Oliva, e
nel 1973 partecipa alla X Quadriennale di Roma e a Contemporanea,
curata dal critico romano.
Nel 1974 il Palazzo della Pilotta (Salone delle Scuderie) di Parma
ospita la prima importante retrospettiva di Schifano, a cura di
Arturo Carlo Quintavalle.
Nel 1978 torna alla Biennale di Venezia con opere della serie al
mare e quadri equestri.
Tra le opere più importanti di Mario Schifano vanno
ricordate le biciclette, i fiori e le nature in genere con le
"Vedute interrotte", "L'albero della vita", "Estinti" e i "Campi di
grano", le tele emulsionate.
Negli anni '80 è tra i primi ad usare il computer per creare
opere elaborando immagini dal computer e riportarle su tele
emulsionate (le "tele computerizzate").
Torna alla biennale di Venezia nel 1984 e nel 1985 dipinge a
Firenze davanti a 6000 persone l'opera più grande da lui mai
creata "La Chimera" di 4 metri per 10, dipinta in 5 ore. "Mario
salì su un palco quasi a misura del quadro, i fari
proiettavano una luce abbagliante, la gente lo sfiorava allungando
le braccia per poterlo toccare" - ricorda la moglie Monica De Bei
nella bellissima bibliografia di Mario a cura di Luca Ronchi
-.
Nel 1988 riprende il suo viaggio itinerante a Parigi, Londra,
Bruxelles.
Nel 1993 viene invitato da Achille Bonito Oliva ad allestire una
propria mostra personale alla Biennale di Venezia.
Nel 1996 consolida il successo con la straordinaria partecipazione
alla mostra "The Italian Metamorphosis", 1943-1968, Solomon R.
Guggenheim Museum di New York e continua il suo pellegrinaggio
all'estero con mostre in Spagna e America latina.
Diceva di lui Furio Colombo, amico e grande suo collezionista, che
Mario lasciava sul suo percorso di lavoro - «tracce di
un'impetuosa storia d'amore», in mostra saranno esposte
alcune opere proveniente dalla collezione personale del
giornalista.
Muore precocemente, dopo una intensissima vita artistica, a Roma il
26 gennaio 1998.
Moz-Art (Arte Contemporanea)
www.mozarte.it
Cell: 348/2209887, 335/6403627
Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova Appartamento
della Rustica - Mantova
Ingresso con biglietto gratuito dal Giardino dei
Semplici