Omaggio a Vanni Viviani
Omaggio a Vanni Viviani
30 aprile - 28 maggio
Casa Museo sartori, Castel d'Ario (Mn)
Inaugurazione della mostra Domenica 30 aprile ore
11.00.
Mostra e catalogo a cura di Arianna Sartori e Vincenzo Bruno.
Apertura:
Sabato 15.30 - 19.00 - Domenica 10.30 -12.30 / 15.30 - 19.00
Apertura infrasettimanale su prenotazione per gruppi e scolaresche
tel.0376 324260
Ingresso libero
VANNI VIVIANI (1937-2002)
Chi conosce le opere di Vanni Viviani pensa subitamente alla
"pomaria", alle mele, ai pom, come soleva riferire l'artista; ma
chi l'ha conosciuto, come il sottoscritto, lo ricorda e ne parla
diversamente. Quelle mele rappresentano per lui solamente variabili
di possibili riferimenti culturali. Io l'ho conosciuto molte volte
nelle ore pomeridiane in via Belle Arti a Bologna, poco distante
dall'Accademia, nella città di Morandi, ove egli aveva un
amico caro: Concetto Pozzati, pure artista. Noi due, mantovani,
mangiavamo spesso assieme un pezzo di pane, negli intervalli
pomeridiani, e ci soffermavamo su varie memorie della nostra terra,
alle radici della nostra natura umana. Le mele, le spighe di grano,
o rami qualunque, Vanni Viviani li osservava, e spesso li
raccoglieva e poi a casa, nel suo studio, li applicava con la
colla, su un supporto di legno, fissandole con sostanze conservanti
per creare delle icone, volute metamorfiche e metafisiche. Spesso
disponeva tali frammenti in conformazioni labirintiche per avere
l'immagine di una testimonianza politica; in tal modo l'artista con
dialettica forbita, acutamente intellettiva evocava con toni
mentali la civiltà rurale, quella natura che reperiva nel
proprio animo ricolme di valori mnemonici, da proporre al prossimo
ricche di bellezza poetica.
La sua arte, la pittura divenne presto scultura, creando immagini
caravaggesche, piene di verità, di vari lessici, di stilemi
vari, identificabili nel suo proprio linguaggio poetico. Vanni ha
attraversato tanti linguaggi, modificando contesti culturali
attraverso resoconti poetici divaganti, professando, affermo, la
logica del mentitore. Assai e spesso, ha sostenuto con le sue mele,
attraverso rimaneggiamenti vari, processi mentali nel fruitore,
nell'ascoltatore, ed attraverso la sua tavolozza apparentemente
semplice ma ricca, di vitalità proporzionata e pulsante. Il
frutto, ha rappresentato la sua figura, attraverso connotazioni di
simboli, come punti specificatamente nobili di elementi, nei vari
titoli dei cicli e degli inserti profondi. Poi, verso la
metà degli anni settanta alla pittura evocativa aggiunge
figure geometriche di identità architettoniche, dove la mela
assume morfologie metaforiche, creando percorsi magici e
indeterminati, come a ricoprire la casa, gli alberi, quelle
morfologie varie che conducono al cuore dove poi la mela è
sempre stata presente. Vanni Viviani poi, negli agli anni '80,
porta sulla tela immagini, modelli linguistici elaborati, in modo
concettuale nel suo animo, intellettualmente abilitato a trasmutare
elaborati della conoscenza culturale e linguistica dei grandi del
Rinascimento, quali: Leonardo, Piero della Francesca, Giulio Romano
, Caravaggio… Viviani non muta le cose che vede, ma le
falsifica per farle apparire ancora più vere del vero, per
dare al fruitore intelligente la possibilità di rimanere
stupito, di sentirsi a sua volta vero attore, regista, tra le sue
innovazioni; in altri termini, crea una commedia umana attraverso
un fiore, una mela, un libro.
Viviani va quindi alla ricerca della bellezza, dell'amore di cui ha
tanto bisogno, per il suo animo, ma soprattutto della
verità, tra le rovine dell'archeologia del suo teatro. Vanni
ha lavorato molto nella ricerca di morfologie, nell'uso dei colori
nella forma della pittura, onde reperire una stabilità tra
la sua emozione e la razionalità. Molte delle sue opere
hanno rappresentato una recondita simbologia religiosa, a
nutrizione dei suoi tanti simboli che teneva ed ha tenuto in serbo
e che hanno rappresentato il punto focale della propria
ambiguità, a definire in modo metaforico la propria
condizione umana attiva e sempre in atto. Nelle sue morfologie
astratte ha cercato narcisismi, nei quali ha identificato il
proprio discorso. Vanni Viviani è stato un pensatore, che
nella propria libera moralità, attraverso le sue opere ha
trovato l'essenza della propria spiritualità. Egli ha sempre
accompagnato le sue opere con riflessioni umanistiche di quella
cultura che lo ha sempre tenuto religiosamente legato alla terra,
dove reperiva i motivi della sua vita. Vanni veniva considerato dai
critici un essere intelligente, da amare, che attraverso la mela ha
consegnato un messaggio universale, dove noi reperiamo il segreto,
l'oggetto, il paesaggio, il corpo, il sentimento, la descrizione
umana, ma anche una allusione sorridente che cela inganno.
Francesco Martani