Omaggio a Vanni Viviani

 30-04-2017 - 28-05-2017
 
 Casa Museo Sartori,  via XX Settembre 11,  Castel d`Ario
 

Mostra omaggio a Vanni Viviani.

Omaggio a Vanni Viviani
30 aprile - 28 maggio
Casa Museo sartori, Castel d'Ario (Mn)

Inaugurazione della mostra Domenica 30 aprile ore 11.00.
Mostra e catalogo a cura di Arianna Sartori e Vincenzo Bruno.

Apertura:
Sabato 15.30 - 19.00 - Domenica 10.30 -12.30 / 15.30 - 19.00
Apertura infrasettimanale su prenotazione per gruppi e scolaresche tel.0376 324260
Ingresso libero

VANNI VIVIANI (1937-2002)
Chi conosce le opere di Vanni Viviani pensa subitamente alla "pomaria", alle mele, ai pom, come soleva riferire l'artista; ma chi l'ha conosciuto, come il sottoscritto, lo ricorda e ne parla diversamente. Quelle mele rappresentano per lui solamente variabili di possibili riferimenti culturali. Io l'ho conosciuto molte volte nelle ore pomeridiane in via Belle Arti a Bologna, poco distante dall'Accademia, nella città di Morandi, ove egli aveva un amico caro: Concetto Pozzati, pure artista. Noi due, mantovani, mangiavamo spesso assieme un pezzo di pane, negli intervalli pomeridiani, e ci soffermavamo su varie memorie della nostra terra, alle radici della nostra natura umana. Le mele, le spighe di grano, o rami qualunque, Vanni Viviani li osservava, e spesso li raccoglieva e poi a casa, nel suo studio, li applicava con la colla, su un supporto di legno, fissandole con sostanze conservanti per creare delle icone, volute metamorfiche e metafisiche. Spesso disponeva tali frammenti in conformazioni labirintiche per avere l'immagine di una testimonianza politica; in tal modo l'artista con dialettica forbita, acutamente intellettiva evocava con toni mentali la civiltà rurale, quella natura che reperiva nel proprio animo ricolme di valori mnemonici, da proporre al prossimo ricche di bellezza poetica.
La sua arte, la pittura divenne presto scultura, creando immagini caravaggesche, piene di verità, di vari lessici, di stilemi vari, identificabili nel suo proprio linguaggio poetico. Vanni ha attraversato tanti linguaggi, modificando contesti culturali attraverso resoconti poetici divaganti, professando, affermo, la logica del mentitore. Assai e spesso, ha sostenuto con le sue mele, attraverso rimaneggiamenti vari, processi mentali nel fruitore, nell'ascoltatore, ed attraverso la sua tavolozza apparentemente semplice ma ricca, di vitalità proporzionata e pulsante. Il frutto, ha rappresentato la sua figura, attraverso connotazioni di simboli, come punti specificatamente nobili di elementi, nei vari titoli dei cicli e degli inserti profondi. Poi, verso la metà degli anni settanta alla pittura evocativa aggiunge figure geometriche di identità architettoniche, dove la mela assume morfologie metaforiche, creando percorsi magici e indeterminati, come a ricoprire la casa, gli alberi, quelle morfologie varie che conducono al cuore dove poi la mela è sempre stata presente. Vanni Viviani poi, negli agli anni '80, porta sulla tela immagini, modelli linguistici elaborati, in modo concettuale nel suo animo, intellettualmente abilitato a trasmutare elaborati della conoscenza culturale e linguistica dei grandi del Rinascimento, quali: Leonardo, Piero della Francesca, Giulio Romano , Caravaggio… Viviani non muta le cose che vede, ma le falsifica per farle apparire ancora più vere del vero, per dare al fruitore intelligente la possibilità di rimanere stupito, di sentirsi a sua volta vero attore, regista, tra le sue innovazioni; in altri termini, crea una commedia umana attraverso un fiore, una mela, un libro.
Viviani va quindi alla ricerca della bellezza, dell'amore di cui ha tanto bisogno, per il suo animo, ma soprattutto della verità, tra le rovine dell'archeologia del suo teatro. Vanni ha lavorato molto nella ricerca di morfologie, nell'uso dei colori nella forma della pittura, onde reperire una stabilità tra la sua emozione e la razionalità. Molte delle sue opere hanno rappresentato una recondita simbologia religiosa, a nutrizione dei suoi tanti simboli che teneva ed ha tenuto in serbo e che hanno rappresentato il punto focale della propria ambiguità, a definire in modo metaforico la propria condizione umana attiva e sempre in atto. Nelle sue morfologie astratte ha cercato narcisismi, nei quali ha identificato il proprio discorso. Vanni Viviani è stato un pensatore, che nella propria libera moralità, attraverso le sue opere ha trovato l'essenza della propria spiritualità. Egli ha sempre accompagnato le sue opere con riflessioni umanistiche di quella cultura che lo ha sempre tenuto religiosamente legato alla terra, dove reperiva i motivi della sua vita. Vanni veniva considerato dai critici un essere intelligente, da amare, che attraverso la mela ha consegnato un messaggio universale, dove noi reperiamo il segreto, l'oggetto, il paesaggio, il corpo, il sentimento, la descrizione umana, ma anche una allusione sorridente che cela inganno.
Francesco Martani  

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