Piano contenimento nutrie, approvate dal Consiglio Provinciale le modifiche

Ampliato l'arco temporale in cui sarà consentito sparare e anche i vigili urbani sarano abilitati alla cattura

Approvata dal Consiglio Provinciale nella seduta di martedì 21 febbraio la parziale modifica del vigente "Piano provinciale triennale per il contenimento e l'eradicazione della nutria in provincia di Mantova" per precisare meglio le modalità operative e allungare l'arco temporale per l'abbattimento delle nutrie con arma da fuoco.

Il precedente Piano triennale era stato approvato dal Consiglio Provinciale il 30 novembre 2015 ed era poi stato modificato nel gennaio 2016 per adeguarsi al mutato quadro normativo. 

"La presenza delle nutrie sul territorio mantovano - spiega Alberto Borsari, vice presidente della Provincia e consigliere delegato alla vigilanza ittico-venatoria - continua a costituire un'emergenza che impone a chi a vario titolo ha competenze in merito, di adottare iniziative per migliorare la situazione. Così dopo aver convocato più volte il Tavolo Provinciale di Coordinamento nell'ambito del quale sono state raccolte ed esaminate le istanze dei Comuni, abbiamo proposto alcune novità rispetto alle disposizioni precedenti". 

 

Con le variazioni introdotte si consentirà:

 

-      l' incremento di operatori di tipo A ricomprendendo in essi anche gli agenti della polizia locale

-      di aumentare il numero di operatori di tipo B, considerando tali gli agricoltori che ne facciano richiesta e che abbiano frequentato con esito positivo i corsi di formazione tenuti dalla Provincia

-      di ampliare il periodo in cui potranno agire gli operatori di tipo A, senza però consentire lo sparo in periodo notturno e precisando inoltre meglio le modalità operative cui si dovranno attenere.

 

 

Il numero due dell'ente di Palazzo di Bagno ricorda anche le altre azioni messe in campo dalla Provincia per affrontare il problema nutrie: "contributi ai Comuni perché gli stessi possano poi riconoscerli a chi cattura le nutrie, lo smaltimento delle carcasse, il censimento degli operatori abilitati ed effettivamente operanti in ciascun Comune, l'attività formativa. Per svolgere queste attività nel 2017, abbiamo ricevuto dalla Regione 89mila euro. Mi fa piacere che Comuni, Consorzi di Bonifica e associazioni di categoria abbiano capito che devono essere parte di questo processo".  

Le novità nel dettaglio

Tra gli operatori abilitati ora rientrano, oltre ai 9 agenti del corpo di vigilanza ittico-venatoria provinciale, anche gli agenti dei corpi di polizia locale, nonché gli agenti di vigilanza venatoria volontaria. Sono dettagliati meglio compiti e doveri del responsabile/referente comunale e si prevede la possibilità per il responsabile/referente comunale di organizzare gli operatori di tipo A in squadre costituite da non più di 4 persone, di cui una individuata come capo-squadra a cui vengono attribuiti il compito e la responsabilità di coordinare e presenziare alle operazioni sul campo condotte dalle squadre costituite dagli operatori di tipo A.

Vi sarà la possibilità per i proprietari e/o i conduttori dei terreni agricoli, che abbiano frequentato un corso di formazione organizzato dalla Provincia conseguendo la prevista abilitazione (e che ne facciano formale richiesta al Comune competente), di essere abilitati dalla Provincia quali operatori di tipo B e di svolgere l'attività di prelievo della nutria con trappole a vivo, anche al di fuori dei propri terreni.

 

Si sottolinea che la possibilità per gli agricoltori (che attualmente possono operare solo sui propri terreni) di essere riconosciuti, se lo richiedono, quali operatori di tipo B è giustificata dal fatto che gli stessi devono aver frequentato con esito positivo un corso specifico organizzato dalla Provincia i cui contenuti sono i medesimi previsti per i corsi rivolti alla formazione degli operatori di tipo B. Ciò consentirà di poter utilizzare gli agricoltori che hanno seguito il corso anche al di fuori dei propri terreni, incrementando in questo modo e senza bisogno di ulteriori interventi formativi, il numero degli operatori di tipo B abilitati dal Piano al prelievo della nutria con trappole a vivo senza limitazioni territoriali.

Si rimarca a questo proposito che il Piano stesso indica il sistema del trappolaggio come quello più efficace per effettuare azioni di contenimento della nutria, essendo in grado di operare "una pressione quotidiana e costante, impensabile con l'uso del fucile". Alla tecnica del trappolaggio viene inoltre riconosciuta "una maggiore rispondenza a requisiti di massima selettività ed efficacia d'azione uniti ad un limitato disturbo verso specie non bersaglio".

Infine viene esteso l'arco temporale in cui sarà permesso l'abbattimento con arma da fuoco, prevedendo la possibilità che lo stesso possa essere effettuato, da parte degli operatori a ciò abilitati, a partire da un'ora prima dell'alba e sino ad un'ora dopo il tramonto (prima era dall'alba al tramonto, ndr), con ciò allineandosi a quanto stabilito dalla confinante Provincia di Cremona e al contempo adottando una soluzione conforme a quanto previsto dalle leggi nazionali sulla caccia.

I sindaci, in via eccezionale e sotto la propria responsabilità, potranno ampliare il periodo in cui sarà consentito sparare alle nutrie, valutando che in questi casi l'interesse pubblico a intervenire su una situazione di grave emergenza (che dovrà essere ampiamente motivata) sia prevalente sull'interesse a garantire che l'attività di sparo avvenga in condizioni di piena sicurezza.  

"Nel 2016, secondo i dati ufficiali, nel mantovano sono state catturate 20mila nutrie ma per un contenimento del proliferare della specie bisognerebbe arrivare a 90mila" conclude Borsari.

 

Comunicati Stampa
Data 23-02-2017
Ora 12:57
Rubrica
per il cittadino
per enti ed imprese
Titolo Piano contenimento nutrie, approvate dal Consiglio Provinciale le modifiche
Descrizione breve Ampliato l'arco temporale in cui sarà consentito sparare e anche i vigili urbani sarano abilitati alla cattura
Descrizione

Approvata dal Consiglio Provinciale nella seduta di martedì 21 febbraio la parziale modifica del vigente "Piano provinciale triennale per il contenimento e l'eradicazione della nutria in provincia di Mantova" per precisare meglio le modalità operative e allungare l'arco temporale per l'abbattimento delle nutrie con arma da fuoco.

Il precedente Piano triennale era stato approvato dal Consiglio Provinciale il 30 novembre 2015 ed era poi stato modificato nel gennaio 2016 per adeguarsi al mutato quadro normativo. 

"La presenza delle nutrie sul territorio mantovano - spiega Alberto Borsari, vice presidente della Provincia e consigliere delegato alla vigilanza ittico-venatoria - continua a costituire un'emergenza che impone a chi a vario titolo ha competenze in merito, di adottare iniziative per migliorare la situazione. Così dopo aver convocato più volte il Tavolo Provinciale di Coordinamento nell'ambito del quale sono state raccolte ed esaminate le istanze dei Comuni, abbiamo proposto alcune novità rispetto alle disposizioni precedenti". 

 

Con le variazioni introdotte si consentirà:

 

-      l' incremento di operatori di tipo A ricomprendendo in essi anche gli agenti della polizia locale

-      di aumentare il numero di operatori di tipo B, considerando tali gli agricoltori che ne facciano richiesta e che abbiano frequentato con esito positivo i corsi di formazione tenuti dalla Provincia

-      di ampliare il periodo in cui potranno agire gli operatori di tipo A, senza però consentire lo sparo in periodo notturno e precisando inoltre meglio le modalità operative cui si dovranno attenere.

 

 

Il numero due dell'ente di Palazzo di Bagno ricorda anche le altre azioni messe in campo dalla Provincia per affrontare il problema nutrie: "contributi ai Comuni perché gli stessi possano poi riconoscerli a chi cattura le nutrie, lo smaltimento delle carcasse, il censimento degli operatori abilitati ed effettivamente operanti in ciascun Comune, l'attività formativa. Per svolgere queste attività nel 2017, abbiamo ricevuto dalla Regione 89mila euro. Mi fa piacere che Comuni, Consorzi di Bonifica e associazioni di categoria abbiano capito che devono essere parte di questo processo".  

Le novità nel dettaglio

Tra gli operatori abilitati ora rientrano, oltre ai 9 agenti del corpo di vigilanza ittico-venatoria provinciale, anche gli agenti dei corpi di polizia locale, nonché gli agenti di vigilanza venatoria volontaria. Sono dettagliati meglio compiti e doveri del responsabile/referente comunale e si prevede la possibilità per il responsabile/referente comunale di organizzare gli operatori di tipo A in squadre costituite da non più di 4 persone, di cui una individuata come capo-squadra a cui vengono attribuiti il compito e la responsabilità di coordinare e presenziare alle operazioni sul campo condotte dalle squadre costituite dagli operatori di tipo A.

Vi sarà la possibilità per i proprietari e/o i conduttori dei terreni agricoli, che abbiano frequentato un corso di formazione organizzato dalla Provincia conseguendo la prevista abilitazione (e che ne facciano formale richiesta al Comune competente), di essere abilitati dalla Provincia quali operatori di tipo B e di svolgere l'attività di prelievo della nutria con trappole a vivo, anche al di fuori dei propri terreni.

 

Si sottolinea che la possibilità per gli agricoltori (che attualmente possono operare solo sui propri terreni) di essere riconosciuti, se lo richiedono, quali operatori di tipo B è giustificata dal fatto che gli stessi devono aver frequentato con esito positivo un corso specifico organizzato dalla Provincia i cui contenuti sono i medesimi previsti per i corsi rivolti alla formazione degli operatori di tipo B. Ciò consentirà di poter utilizzare gli agricoltori che hanno seguito il corso anche al di fuori dei propri terreni, incrementando in questo modo e senza bisogno di ulteriori interventi formativi, il numero degli operatori di tipo B abilitati dal Piano al prelievo della nutria con trappole a vivo senza limitazioni territoriali.

Si rimarca a questo proposito che il Piano stesso indica il sistema del trappolaggio come quello più efficace per effettuare azioni di contenimento della nutria, essendo in grado di operare "una pressione quotidiana e costante, impensabile con l'uso del fucile". Alla tecnica del trappolaggio viene inoltre riconosciuta "una maggiore rispondenza a requisiti di massima selettività ed efficacia d'azione uniti ad un limitato disturbo verso specie non bersaglio".

Infine viene esteso l'arco temporale in cui sarà permesso l'abbattimento con arma da fuoco, prevedendo la possibilità che lo stesso possa essere effettuato, da parte degli operatori a ciò abilitati, a partire da un'ora prima dell'alba e sino ad un'ora dopo il tramonto (prima era dall'alba al tramonto, ndr), con ciò allineandosi a quanto stabilito dalla confinante Provincia di Cremona e al contempo adottando una soluzione conforme a quanto previsto dalle leggi nazionali sulla caccia.

I sindaci, in via eccezionale e sotto la propria responsabilità, potranno ampliare il periodo in cui sarà consentito sparare alle nutrie, valutando che in questi casi l'interesse pubblico a intervenire su una situazione di grave emergenza (che dovrà essere ampiamente motivata) sia prevalente sull'interesse a garantire che l'attività di sparo avvenga in condizioni di piena sicurezza.  

"Nel 2016, secondo i dati ufficiali, nel mantovano sono state catturate 20mila nutrie ma per un contenimento del proliferare della specie bisognerebbe arrivare a 90mila" conclude Borsari.

 

Alberto Borsari, Vice Presidente Provincia di Mantova