Supero delgi inquinanti nel Cavo San Giorgio, la Provincia individua i responsabili
Individuati come responsabili del
superamento dei limiti previsti per gli inquinanti nei sedimenti
del "Cavo San Giorgio", Edison S.p.A. e Versalis S.p.A. e diffida a
provvedere in qualità di responsabili della potenziale
conseguente contaminazione, in particolare per i parametri mercurio
e C>12, riferita alla porzione del SIN individuata nel tratto
del Canale "Cavo San Giorgio". Sono le conclusioni del
procedimento della Provincia che con un atto del dirigente
dell'Area tutela e valorizzazione dell'ambiente individua Edison
S.p.A responsabile dell'inquinamento dell'Area V e Versalis
S.p.A., attuale proprietaria dell'Area V, per non aver
adottato tempestivamente le misure di prevenzione richieste,
finalizzate a impedire il dilavamento del rilevato, l'erosione
della scarpata e la conseguente diffusione della contaminazione a
valle fino al potenziale recapito nel "Cavo San
Giorgio".
Si è concluso così il procedimento avviato dalla
Provincia di Mantova il 25 ottobre
del 2011 e successivamente oggetto di riedizione il 21 ottobre
2021 con l'inserimento del Consorzio di Bonifica
Terre del Mincio fra i soggetti coinvolti nel procedimento.
Per la valutazione dei superi degli inquinanti, rispetto alle
concentrazioni ammissibili, nei sedimenti del canale oggetto
dell'atto, si prende a riferimento quanto riportato nella relazione
di ARPA del 29/09/2010: "per la valutazione della
matrice sedimento, in assenza di limiti specifici nella vigente
normativa italiana, in riferimento alle indicazioni di ICRAM e in
analogia con quanto effettuato nelle aree umide vicine già
caratterizzate di proprietà Syndial e IES, sono stati
adottati, come criterio ecotossicologico di riferimento
riconosciuto a livello internazionale, i PEL (Probable Effect
Level), che rappresentano i livelli chimici ai quali corrispondono,
con elevata probabilità, effetti tossici nei confronti della
vita acquatica. Pertanto i risultati ottenuti sui sedimenti sono
stati confrontati coi relativi valori di PEL, quando presenti;
negli altri casi si è fatto riferimento alle Concentrazioni
Soglia di Contaminazione (CSC) previste per siti ad uso
verde/residenziale, valori che Sogesid ha utilizzato come
riferimento per tutti i parametri chimici ricercati nei campioni di
sedimento prelevati.
La durata del procedimento è da porre in relazione alla
estrema complessità delle indagini e alla difficoltà
a collezionare, nella loro completezza, tutti i documenti
amministrativi e tecnici relativi a vicende amministrative e
aziendali succedutesi a far data dalle prime indagini, risalenti al
1989 e che si collocano pertanto in un arco temporale di circa 30
anni.
L'avvio procedimento della Provincia del 2011 e la successiva
riedizione hanno considerato esclusivamente il tratto del Cavo San
Giorgio che scorre immediatamente a monte del recapito finale in
Mincio, quello che "... delimita il confine tra le
proprietà Polimeri Europa ed Azienda Agricola le Betulle e
incluso nell'area omogenea V dello stabilimento Polimeri Europa".
In passato, vi sono stati diversi episodi che hanno coinvolto
potenziali contaminazioni del "Cavo San Giorgio" nel
tratto considerato.
Presso il Petrolchimico di Mantova sono stati attivi per circa 35
anni, dal 1957 al 1991, gli impianti per la produzione di Cloro,
Soda caustica, Idrogeno e altri derivati del cloro.
In base a ricostruzioni storiche recentemente condotte dalla
Società Versalis S.p.A. che hanno consentito di
recuperare vecchie planimetrie di archivio, è ritenuto
ipotizzabile che lo scarico del cloro-soda recapitasse inizialmente
(fino al 1960 circa) nell' "Area V", che probabilmente era connessa
col Cavo San Giorgio, data la fitta rete di canaline esistenti.
Tale ipotesi, potenzialmente foriera di significativi sviluppi,
è in fase di approfondimento.
Lo stabilimento petrolchimico di Mantova oggi Versalis S.p.A. fino al 1989
è stato gestito dalle società del gruppo Montedison
S.p.A. (Sicedison, Montedison, Montedipe, Montepolimeri ecc.),
oggi Edison S.p.A.; dal 1989 ad oggi è stato invece gestito dalle
società del gruppo Enichem (Enimont e ECP Enichem Polimeri
Srl), poi confluita in Syndial S.p.A., attuale Eni Rewind S.p.A.;
la proprietà dello stabilimento produttivo è
attualmente in capo a Versalis S.p.A.
Il Cavo San Giorgio è esterno alla proprietà Versalis
e risulta essere gestito dal Consorzio di Bonifica Territori del
Mincio.
Il Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo (attuale Territori del
Mincio), già venuto a conoscenza nel 2011 del procedimento
amministrativo in corso in quanto destinatario di notifica di copia
del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato
da Polimeri Europa S.p.A., in merito a procedure e attività
relative al canale, comunicava che: "Al riguardo, si precisa che il
Canale denominato Vecchio Cavo San Giorgio dx è inserito nel
reticolo idrico minore ed è gestito dal Consorzio di
Bonifica, tuttavia l'Ente non è mai stato interpellato per
la procedura di messa in sicurezza dei sedimenti in alveo e nulla
si ha a sapere sulle modalità attuative proposte, pertanto
con la presente il Consorzio di Bonifica si dichiara estraneo a
qualsiasi responsabilità in ordine agli interventi indicati,
riservandosi la tutela in ogni sede qualora avessero a verificarsi
lesioni d'ogni sorta al canale o per molestie di altro
genere".
Le indagini di archivio, condotte a seguito dell'avvio del
procedimento con la collaborazione degli altri Enti coinvolti,
hanno permesso di rintracciare la documentazione pregressa,
relativa a episodi incidentali o accertamenti ambientali,
effettuati dagli Enti, anche precedentemente all'inserimento
dell'area in questione nel Sito di Interesse Nazionale SIN Laghi di
Mantova e Polo Chimico. Il principale evento accidentale di cui
rimanga documentazione agli atti, fu un trafilamento di sostanze
organiche verso il Cavo San Giorgio a causa di eventi meteorici
avversi avvenuto nel 1993, segnalato dapprima con nota EniChem
S.p.A. del 19 ottobre
1993, e oggetto di indagine da parte dell'U.S.S.L. del 25/10/1993. Con nota prot. n. 21326/93
tale organo di controllo descrisse l'attivazione di MISE da parte
della Ditta EniChem S.p.A. a seguito dell'evento meteorico. Lo
stesso documento dell'U.S.S.L. richiamava in modo generico fatti
pregressi della stessa tipologia, che si può ritenere
fossero ricorrenti in caso di piene: "Si ricorda che nella zona
valliva, negli anni 89-90, erano state riscontrate delle
fuoriuscite di sostanze organiche per cui si era creata una trincea
di drenaggio…".
Le problematiche relative alla contaminazione del canale "Cavo San
Giorgio" sono state trattate in sede di Conferenze di Servizi
tenutasi presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare sempre unitamente a quelle della limitrofa
"Area V". L'avvio procedimento della Provincia che si conclude col
presente atto è tuttavia relativo al solo "Cavo San
Giorgio".
Il Cavo San Giorgio, nel tratto complessivo ricompreso nel SIN, non
è stato oggetto d'esame nelle Conferenze di Servizi presso
il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
(attuale Ministero della Transizione Ecologica, da qui in poi MiTE)
in quanto area omogenea specifica su cui intervenire. In
particolare, il tratto di canale oggetto del presente atto è
stato considerato, nel tempo, più che un'area omogenea
specifica su cui intervenire, il bersaglio di una grave
contaminazione proveniente dal monte idrogeologico. La fonte
di tale contaminazione, sulla base dei pareri degli organi tecnici
di supporto alla Provincia, trae origine nei materiali contaminati
utilizzati per realizzare la porzione rilevata dell'"Area V",
attualmente adibita a parcheggio.
Sono di competenza esclusiva del MiTE, "le funzioni e i
compiti spettanti allo Stato in materia di tutela, prevenzione e
riparazione dei danni all'ambiente". In questo contesto il
MiTE ha avviato il procedimento, per l'Area Valletta-Cavo San
Giorgio.
Benché la procedura oggetto del presente provvedimento e
quella di competenza ministeriale siano chiaramente distinte,
l'attività istruttoria è stata condotta in
coordinamento al procedimento ministeriale, che ha per oggetto la
tutela risarcitoria contro i danni all'Ambiente.
La contaminazione dei sedimenti del cavo San Giorgio è
riconducibile, secondo i pareri degli Organi tecnici, così
come condivisi all'interno delle procedure di competenza
ministeriale, alla contaminazione della zona a monte, ossia la zona
Valletta, utilizzata a parcheggio, attraverso la fase solida, per
effetto dell'erosione della scarpata in occasione di precipitazioni
intense o di eventi di piena, come evidenziato da ultimo da ARPA
nella propria relazione del marzo 2019, con la quale sono stati
validati e interpretati i risultati della caratterizzazione sui
sedimenti dell'area Valletta eseguita da Versalis S.p.A. nel settembre 2018.
Come già evidenziato sopra, la responsabilità per la
contaminazione di quest'ultima zona è stata attribuita dalla
Provincia di Mantova ad Edison S.p.A.
A fronte della grave contaminazione riscontrata nell'area Valletta,
i proprietari dell'area avrebbero comunque dovuto adottare le
tempestive misure di prevenzione ai sensi dell'art. 240, comma1
lett. i, necessarie ad impedire la diffusione delle sorgenti
primarie di contaminazione ed impedire il contatto con altre
matrici.
Pur prendendo positivamente atto delle recenti attività
condotte da Versalis S.p.A. per la disconnessione idraulica
dell'"Area V" dal Cavo San Giorgio mediante rimozione delle
tubature, e della realizzazione, nell'area rialzata, di una
copertura di strati compattati di ghiaino in modo da evitare futuri
fenomeni erosivi appare dall'istruttoria come tali
attività non abbiano avuto le caratteristiche di
tempestività necessarie ad impedire una potenziale
contaminazione del "Cavo San Giorgio", fin dal manifestarsi del
supero dei valori di riferimento, riscontrato già a partire
dal 2009.
Parimenti, si prende atto della volontà manifestata da
EDISON S.p.A. a prendere parte a un approfondimento di indagine
sull'Area V.
Data | 13-12-2021 |
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Ora | 12:45 |
Rubrica | per il cittadino per enti ed imprese |
Titolo | Supero delgi inquinanti nel Cavo San Giorgio, la Provincia individua i responsabili |
Descrizione |
Individuati come responsabili del
superamento dei limiti previsti per gli inquinanti nei sedimenti
del "Cavo San Giorgio", Edison S.p.A. e Versalis S.p.A. e diffida a
provvedere in qualità di responsabili della potenziale
conseguente contaminazione, in particolare per i parametri mercurio
e C>12, riferita alla porzione del SIN individuata nel tratto
del Canale "Cavo San Giorgio". Sono le conclusioni del
procedimento della Provincia che con un atto del dirigente
dell'Area tutela e valorizzazione dell'ambiente individua Edison
S.p.A responsabile dell'inquinamento dell'Area V e Versalis
S.p.A., attuale proprietaria dell'Area V, per non aver
adottato tempestivamente le misure di prevenzione richieste,
finalizzate a impedire il dilavamento del rilevato, l'erosione
della scarpata e la conseguente diffusione della contaminazione a
valle fino al potenziale recapito nel "Cavo San
Giorgio". |